Parity rate, si riapre lo scontro Booking-Federalberghi

di Claudiana Di Cesare
19/11/2015
14:12
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"Federalberghi vorrebbe renderci un'agenzia di viaggi non competitiva, usufruendo solo dei nostri servizi".

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Andrea D'amico, country manager Italia di Booking.com,  alza il dito contro l'associazione degli albergatori e, in occasione dell'audizione informale presso la commissione Industria del Senato, non utilizza mezzi termini per esprimere il proprio disappunto su un'eventuale cancellazione della parity rate. "Se il Governo decidesse di andare avanti - avvisa D'Amico -, dovrebbe notificare la norma presso l'Ue. I diritti dei consumatori  sono gli stessi in tutta Europa e riteniamo che un approccio europeo sarebbe la soluzione più adatta".

Secondo il country manager, ad avere interesse nella cancellazione della parity rate non sarebbe tutta l'industria dell'ospitalità, ma solo le grandi catene alberghiere, perché "avrebbero mezzi più ampi rispetto alle strutture individuali". I piccoli e medi imprenditori, invece,  "dovrebbero farsi carico delle attività di promozione che oggi facciamo noi - sottolinea D'Amico - con rischi e costi superiori rispetto alle nostre commissioni".

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