Direttiva pacchetti, Federalberghi: “Norma nata male che rischia di essere peggiorata”

24/04/2018
14:58
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Federalberghi contro l’ormai famoso tetto del 25% per la vendita di servizi abbinati alla camera d’hotel. L’associazione di categoria stamane, in occasione dell’audizione presso le Commissioni Speciali di Camera e Senato, ha espresso “gravi preoccupazioni” sul testo della legge che dovrà recepire in Italia la direttiva Ue sui pacchetti di viaggio.

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“Si tratta di una norma nata male a Bruxelles e che rischia di essere ulteriormente peggiorata dal legislatore italiano” afferma Federalberghi. Al centro della questione, la possibilità di ampliare “la gamma di servizi disponibili per la clientela”, si legge ancora nella nota diramata dall’associazione al termine dell’audizione.

Federalberghi ha chiesto “che l’albergo possa offrire l’animazione, lo sport, la spiaggia, il benessere, lo skipass e tanti altri servizi, senza dover subire pastoie burocratiche e senza l’obbligo di avvalersi di intermediari. Lo stesso riteniamo sia necessario per ciò che riguarda i biglietti per l’accesso a parchi termali e parchi tematici, eventi e manifestazioni”.

Il dibattito, come accennato, verte su quel famoso limite del 25% per il valore massimo dei servizi aggiunti rispetto al costo totale camera+servizi, oltre al quale scatterebbero obblighi e tutele previsti per i pacchetti turistici. Un criterio, afferma l’associazione, “che penalizza gli alberghi che praticano i prezzi più bassi, determinando conseguenze illogiche. La stessa combinazione (ad esempio, camera d’albergo+biglietto del teatro) potrebbe configurare un pacchetto se venduta nel giorno della settimana o nel periodo dell’anno in cui il prezzo della camera è più basso, e viceversa”.

Ma questo non è l’unico punto contro cui punta il dito Federalberghi: ed è l’annosa questione delle tutele assicurative da offrire ai consumatori in caso di insolvenza o fallimento. “La direttiva - si legge ancora nella nota - impone agli operatori di stipulare una polizza assicurativa che garantisca in tali casi il rimborso al cliente. Ma non c’è alcuna ragione per costringere gli albergatori a stipulare la polizza nei casi in cui il cliente non abbia pagato il prezzo in anticipo, cosa che oggi avviene nella gran parte delle prestazioni alberghiere, in cui il cliente salda il conto in albergo, all’atto della partenza”.

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