Un altro inverno difficile
L’allarme di Debellini

20/01/2022
08:33
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Il grido d’allarme viene lanciato per la Valle d’Aosta, ma la stessa sorte potrebbe presto riguardare altre regioni dell’arco alpino, che dopo due stagioni invernali rovinate speravano quest’anno di aver finalmente svoltato.
Invece, almeno in un caso, le nubi si addensano all’orizzonte. La Valle d’Aosta si trova in queste ore a dover fronteggiare un ipotetico, pericoloso scivolone in zona rossa, con effetti che potrebbero avere gravi ripercussioni sul già provato equilibrio turistico.  

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Occorre fare presto
È Graziano Debellini, presidente di Th Group, che in un’intervista rilasciata ad Adnkronos/Labitalia segnala l’urgenza di un intervento per non compromettere la stagione invernale in montagna. "La Valle d'Aosta rischia di andare in zona rossa perché manca una decina di posti letto in terapia intensiva, per di più già finanziati. E se questo accadrà, se la regione andrà in zona rossa, sarà un disastro per l'intero turismo della regione, che rappresenta il 17% del Pil regionale, perché gli impianti sciistici verranno chiusi. Per questo motivo faccio un appello accorato al presidente della Regione: siamo ancora in tempo, realizziamo velocemente dieci posti di terapia intensiva, coinvolgendo magari anche le strutture private accreditate, come è accaduto in altre regioni. Altrimenti sarà un disastro".

Rischio cancellazioni
Se gli impianti sciistici venissero chiusi, gli hotel rischierebbero una pioggia di cancellazioni da tutti i mercati. Un problema reso ancor più gravoso dal fatto che gli albergatori hanno effettuato importanti investimenti, non da ultimo quello nel personale e nelle misure di sanificazione, per farsi trovare pronti all’apertura della stagione. Il rischio di restare aperti ma vuoti è dunque ben più che un’ipotesi.
"Noi siamo leader in Valle d'Aosta - spiega Debellini- ma ci facciamo portavoce delle mille 200 imprese che operano nel turismo nella regione. Se dovesse scattare la zona rossa, avremmo una tragedia più grande dell'anno scorso, perché quest'anno abbiamo assunto personale e abbiamo programmato. E poi avremmo la contraddizione degli impianti da sci chiusi mentre gli alberghi resterebbero aperti. Ma chi viene a Courmayeur se non si scia? Pioveranno le disdette e l'unico risultato sarebbe che banche e proprietari delle strutture pretenderebbero il rispetto degli accordi presi dagli albergatori, visto che comunque sono rimasti aperti".

La stagione
Per Debellini, "è inaccettabile che per una decina di posti letto si mandi in tragedia un'intera regione". La stagione era partita bene: “Quest'anno persone da tutto il mondo sono venute a sciare in Valle d'Aosta, questo è un segnale veramente importante. La Valle d'Aosta ha 180mila abitanti ma arriva a 420mila quando ci sono i turisti. Se tra dieci giorni la regione entrerà in zona rossa, avremo per almeno 15 giorni gli impianti sciistici chiusi e allora fioccheranno disdette e annullamenti di prenotazione fino a marzo-aprile”.
Il manager ritiene che il problema, nel caso della Valle d’Aosta, “si possa ancora risolvere”.
Occorre però, ancora una volta e più che mai, fare presto per evitare di lasciare sul terreno il 70-80% del fatturato preventivato per una stagione ancora in salita. I.C.

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