Stop Codice del Turismo
Le reazioni del comparto

di Francesco Zucco
11/04/2012
09:51
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Eccessivo accentramento di funzioni legislative di competenza delle Regioni. Con questa motivazione la Corte Costituzionale ha bocciato 19 articoli del Codice del Turismo, una delle ultime iniziative dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla prima del cambio di Governo. Un provvedimento che nelle ultime ore ha scatenato reazioni contrastanti da parte delle associazioni di categoria.

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Tradotto in altri termini, secondo la Corte Costituzionale il testo avrebbe commesso una sorta di ‘invasione di campo’ su competenze che in base alla Costituzione sono in mano alle Regioni. Tra gli articoli finiti sotto la scure della Corte Costituzionale, uno dei provvedimenti che interessava maggiormente il settore della distribuzione, ovvero la semplificazione degli adempimenti amministrativi relativi alle agenzie di viaggi, la cosiddetta S.c.i.a.

Se le Regioni, almeno in parte, possono cantare vittoria, anche per le associazioni di categoria del turismo ci sono motivi di soddisfazione. Già al momento del varo del Codice del Turismo il settore aveva fatto sentire la sua voce, accusando l’allora Governo di non aver convocato il mondo delle imprese e delle categorie per la stesura del testo.

"Una legge nata male che si è tentato di raddizzare e che è stata portata avanti a dispetto di tutte le annotazioni delle associazioni di categoria" ha commento Andrea Giannetti, presidente di Confindustria Assotravel. Fortunato Giovannoni, presidente Fiavet nazionale, rincara la dose: "La sentenza della Corte Costituzionale non ci ha colto di sorpresa. Le motivazioni che hanno portato alla clamorosa bocciatura del Codice del Turismo sono le stesse che Fiavet ha portato all’attenzione del Ministero quando lo stesso Codice è stato presentato alle imprese".

Chi non è soddisfatto, invece, è il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca: "La bocciatura è la prova più tangibile di come in Italia normare il settore sia diventata una impresa quasi impossibile". Secondo Bocca, la competenza esclusiva delle regioni in materia di turismo, infatti, rappresenta un handicap per l'intero comparto. "Ogni volta che lo Stato prova a dotare il settore di regole univoche e, dunque, sicuramente più orientate alle esigenze del mercato - conclude Bocca - una semplice opposizione delle Regioni cancella di diritto quanto proposto, facendo di fatto arretrare il nostro sistema che di tutto ha bisogno tranne che di confusione".

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