Il sole di Svevia

Salvatore Miano, Agenzia Mianotour, Barcellona Pozzo di Gotto, Messina

Trifoglio al pinzimonio

26/06/2012
11:03
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Ammettiamolo, siamo una nazione giovane, all’ombra del tricolore ci appassioniamo di calcio, esultiamo se l’Italia passa la semifinale degli Europei battendo l’Inghilterra.

Ci piace scherzare, prendere in giro gli altri e non apprezziamo chi si offende, siamo goliardici, ironici, ci piace fare amicizia e adoriamo divertirci con gli amici al bar, se a questo giro qualcuno ci offre da bere, il prossimo giro tocca a noi.

Non ci prendiamo molto sul serio, anzi, abbiamo poca fiducia in noi stessi come popolo, non sappiamo bene perché eravamo ricchi e all’improvviso siamo diventati un paese povero, ci fanno credere che siamo sul’orlo del fallimento, forse i nostri politici non hanno gestito bene, forse la solita corruzione, ma che vogliamo farci, il mondo va così e noi irlandesi prendiamo la vita come viene e ci beviamo su.

Eh si, se non avessi detto alla fine che chi parlava era irlandese, tutti ci saremmo riconosciuti in questo ritratto, eppure è così, tanto distanti geograficamente tanto simili, noi italiani, soprattutto noi del sud italia, assomigliamo tanto agli irlandesi, solo che loro delle loro origini celtiche ne fanno un mito e una nota di orgoglio nazionale, da noi i celti dividono, ma questa è un’altra storia.

Se chiedi ad un irlandese qual è secondo lui la ricetta per uscire dalla crisi, la risposta è.. “non lo so, ci vorrà tempo”. Eppure un lepricano (folletto irlandese) che la pignatta d’oro l’ha trovata si chiama Michael O’Leary (nella foto). Eh già, la sua tanto osannata e dissacrata Ryanair, sta facendo affari d’oro, muovendo centinaia di migliaia di persone, con una formula odiata dai tradizionalisti, la vendita del trasporto secco, tutto il condimento è a parte, e giù a fare affari con ciò che sta attorno al viaggio.

Ammetto di rimpiangere i cari vecchi uffici commerciali e il contatto diretto con la compagnia aerea, ma se cambio ottica, logica, e ci salgo su uno di quei taxi gialli e blu con l’arpa celtica come logo, rischio anche di divertirmi.
Hostess e stuart giovanissimi, qualcuno con l’aria della matricola, che sorridono sempre, e prendono in giro se stessi mentre uno al microfono dice in inglese con accento marcatamente Irish, “sui nostri voli è vietato fumare, ma la nostra compagnia vi offre sigarette senza fumo” e l’altro gironzola per l’aereo con tre pacchetti di pseudo sigarette elettroniche in mano.

Oppure quando ti vendono le cartelle per il gratta e vinci, o il food and beverage, e si divertono pure i clienti, tranne gli italiani, gli altri ridono, comprano, si godono il viaggio su poltrone di plastica che per effetto dell’elettricità statica con i tuoi indumenti ti fanno pure rizzare i capelli come in un esperimento di Tesla.

Da organizzatore di viaggi, che ha a che fare con il mercato, spesso mi chiedo se la ricetta vincente non sia alla fine la sua, un servizio base, e poi tutti gli accessori come complemento, ogni tanto immagino le compagnie crocieristiche low cost, che tra poco ti pagano per salire a bordo con un assegno da 100 euro usare al casino e poi giù botte da orbi con le formule bevande, all inclusive, fotografie da 16 euro e merchandising a volontà.
Chissà se la ricetta per uscire dalla crisi alla fine è “trifoglio irlandese al pinzimonio”.

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