Il sole di Svevia

Salvatore Miano, Agenzia Mianotour, Barcellona Pozzo di Gotto, Messina

A volte è il caso di usare la frusta. La lezione di Franco Cordero

21/01/2014
15:09
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È un omone di spessore, fisico ed intellettuale, Franco Cordero e l’accento, la cortesia e la riservatezza ne tradiscono l’origine piemontese.

Pizzo sale e pepe, occhi che ti scrutano da dietro gli occhiali, freelance per scelta, Franco è uno studioso, attento e appassionato, di marketing e comunicazione, e da pragmatico che è sintetizza il suo sapere in moduli didattici per gli addetti ai lavori del settore turismo, e lo fa con concetti 'facilmente digeribili', semplici e diretti.
Insomma, di mestiere Cordero fa il trainer, la sua mission è aiutarti a vendere ed esprime carisma e tecnica nelle sue lezioni, che hanno spesso sapore di arte, di cinema, di letteratura, con uno spruzzo di PNL (programmazione neurolinguistica), di psicologia, e studio della comunicazione, verbale e non verbale.

Non lascia nulla al caso, nelle lezioni: ogni gesto, ogni parola, ogni tono della voce è misurato, calcolato, studiato, ma il tutto conserva una naturalezza e, soprattutto, è efficace.

Come il tenente Colombo cita spesso la moglie, protagonista di una slide in cui si parlava di fedeltà del cliente è la bianca cagnolina di casa: “if you want loyalty buy a dog” (se vuoi la fedeltà, comprati un cane). Una volta, seguivo una sua lezione, in un contesto in cui faceva storytelling, raccontava cioè una storia mentre il tono della voce, le immagini evocate, lasciavano correre la mente dei partecipanti su percorsi emozionali del passato, interiori, ad esempio: “Vi ricordate, quando eravate a scuola, e la professoressa spiegava, mentre era una bella giornata e c’era il sole che entrava dalla finestra…”.

All’improvviso un doppio sibilo, come una doppia onda sinusoide che fende l’aria, guissh, guissh, andata e ritorno, seguita nell’attimo di un baleno da uno schiocco prepotente, secco, sonoro, SNAPPP!!!!

Non ti aveva preso dalla borsa di pelle che lo accompagnava una frusta, di quelle dei cowboys, e l’aveva fatta schioccare in aria?!?

È impazzito, pensammo tutti.

No, ci stava dicendo che a volte bisogna sorprendere il cliente, nel momento che meno se lo aspetti, fare qualcosa di inatteso, eclatante, che renda anche a chi lo fa unico. La frusta era un meta oggetto, un simbolo, il gesto uno di quei gesti carismatici, di cui si può permettere un corsaro, in un’accezione romantica del termine, com’è Franco Cordero, senza essere giudicati male, ma che, al contrario scatena una reazione mista tra il divertito e il sorpreso e attira prepotentemente l’attenzione.

È una cosa della quale ti ricordi. Che ti resta impressa, e che forse ti fa collegare sempre l’esperienza del corso, che tutti possono fare, allo spessore comunicativo del trainer, che è personale e indistinguibile.

A volte, nelle nostre conversazioni con i clienti, dimentichiamo di ascoltare, a volte dimentichiamo di comprendere il nostro cliente, a volte dimentichiamo di essere preparati, a volte nulla di tutto ciò ma dimentichiamo di esprimere ciò che ci rende differenti, unici nei confronti del resto del mercato dei consulenti di viaggio, non sappiamo sorprenderli.

Ora, se a volte “usassimo la frusta” nel senso metaforico del termine, con i nostri clienti, avremmo, forse, minori problemi di identità, e di identificabilità.

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