Italia prima per arrivi, ma in Spagna e Francia gli stranieri spendono di più

30/03/2015
10:41

Arrivi internazionali in continuo aumento, ma spese ancora inferiori a quelle dei competitor. È la fotografia dell'incoming italiano scattata da Confturismo-Confcommercio in base a un'analisi comparativa con Spagna e Francia.

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Secondo i dati, negli ultimi sei anni gli arrivi di turisti stranieri nella Penisola sono aumentati di 8 milioni, passando da quasi 42 milioni del 2008 a poco più di 50 lo scorso anno, che si è concluso con un totale di 184 milioni di pernottamenti e una spesa di 34 miliardi di euro.

I turisti stranieri arrivano principalmente dall'Europa e, in particolare, da Germania, Francia e Regno Unito. Significativo, però, anche l'apporto del turismo extraeuropeo, con gli arrivi dagli Stati Uniti che, a oggi, sono la seconda voce dell'incoming italiano.

Vicina a noi per numero di arrivi la Spagna a quota 50,8 milioni, ma in questo Paese le entrate valutarie nel 2014 sono state maggiori, salendo a 49 miliardi. Analogo il caso della Francia, che ha registrato un numero di arrivi inferiore a quello dell'Italia, ossia 46 milioni, ma entrate valutarie molto maggiori e pari a 42 miliardi.

Quali sono le ragioni dell'incasso inferiore registrato dal nostro Paese? Ovviamente la spesa minore per pernottamento (186 euro in media contro i 312 euro della Francia), ma anche la durata inferiore del soggiorno: in Italia i visitatori si trattengono in media 3,7 giorni, in Spagna 5,1.

Confturismo-Confcommercio calcola in circa 14 miliardi le entrate valutarie che si avrebbero se il nostro Paese avesse il livello di permanenza media dei turisti in Spagna. Secondo l'analisi, dunque, occorre puntare su tutte le tipologie di turismo e sul potenziale del Mezzogiorno che, allo stato attuale, registra solo 6 milioni di arrivi. In pratica solo 12 turisti su 100 scelgono di trascorrere una vacanza nelle regioni del Sud.


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