Inbound italiano in ripresa, ma servono nuovi mercati

05/08/2015
09:51
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Il 2015 sarà l’anno della ripresa, anche grazie a Expo e Giubileo. La convinzione è quella di Achille Colombo Clerici, presidente di Europasia, che traccia un bilancio soddisfacente dell’inbound in Italia, ma individua anche alcuni nodi da sciogliere al più presto. “Nel primo trimestre 2015 - dice - gli arrivi negli esercizi ricettivi sono stati oltre 16 milioni, per un totale di 49 milioni di presenze, con aumenti rispettivamente di 1,4 e 0,3 punti percentuali”.

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La ripresa del turismo italiano, però, si inserisce in un quadro di vero e proprio “boom mondiale senza precedenti, con 1.138 milioni di persone in viaggi. A fronte di un più 3 per cento medio dell’Unione europea, per l’Italia si prevede un incremento dell’1,8 per cento. Manteniamo, è vero, il quinto posto al mondo per presenze e il sesto per spese dei turisti, ma siamo insidiati, per citare, addirittura dalla Thailandia".

A sostenere il settore restano gli stranieri, in continua crescita dal 2010,ma il pericolo secondo Colombo Clerici è nella troppa dipendenza dai flussi provenienti dai Paesi occidentali: “Una dipendenza - dice - pericolosa nel caso di nuovi problemi economici nel Vecchio Continente: in particolare la Germania, seguita a lunga distanza da Usa, Francia, Regno Unito, Svizzera, copre oltre un terzo delle presenze e delle spese totali".

Altro problema è la stagionalità troppo accentuata, con 15 regioni che registrano oltre il 50 per cento delle presenze nei tre mesi estivi. Inoltre il Sud, che pure avrebbe una vocazione naturalmente turistica, “copre soltanto il 20 per cento del fatturato complessivo del settore. La Sicilia, con il suo immenso patrimonio culturale, e paesaggistico, ha un decimo dei turisti delle Baleari”.

Secondo il presidente di Europasia diventa quindi necessario intercettare i nuovi turisti, i benestanti dei Paesi emergenti: “Occorrerà poi intervenire - puntualizza - sui ritardi strutturali che si sono accumulati nell'ultimo periodo, attirando i flussi in arrivo dall'Oriente, con indiani e cinesi che preferiscono orientarsi su Parigi e Berlino tra le grandi capitali europee".

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