La scalata di Palmucci
alla presidenza Enit

21/12/2018
10:22
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Con il parere favorevole della Commissione per l’industria, il commercio e il turismo del Senato, si aggiunge un nuovo tassello alla nomina di Giorgio Palmucci alla guida dell’Enit.
La strada per la nomina definitiva però non è ancora finita: acquisito il parere favore delle commissioni, infatti, il nome di Palmucci dovrà ancora tornare al Ministero e al Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva.

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Il passaggio al Senato, però, di fatto sblocca la situazione: i numeri con i quali il nome del presidente di Confindustria Alberghi ha passato la votazione mostrano un consenso ampio e trasversale su una figura che dovrà, nello svolgere il suo ruolo, rappresentare tutto il comparto e convincere tutti i player a unire le forze.

Il percorso della nomina
Non è stata una passeggiata la corsa di Palmucci alla presidenza Enit. Fortemente voluto dal ministro Gian Marco Centinaio, il suo nome come guida dell’Agenzia ha iniziato a circolare negli ambienti del settore già nel mese di ottobre. Un nome che, per quanto riguarda la professionalità e le competenze, ha raccolto fin da subito il consenso degli operatori.

Ma nel percorso di avvicinamento alla sedia più alta di Enit sul nome del presidente in pectore si sono concentrate alcune nubi, che hanno rallentato il percorso: entrato in conferenza delle Regioni ‘papa’, Palmucci ha rischiato di uscirne 'cardinale', per una serie di veti e controveti che hanno coinvolto da un lato gli enti locali e dall’altro le associazioni di categoria.

Un bilancino ‘politico’ che sembra però non aver influenzato il voto della commissione al Senato, vista l’amplissima maggioranza con la quale è stato dati il via libera alla nomina.

L’audizione
Nei giorni scorsi, la Commissione per l’industria, il commercio e il turismo ha audito il futuro presidente: la sua proposta di un Enit “fiore all'occhiello per il ministero e per il Paese” che vuole portare avanti “una strategia condivisa con le Regioni” deve aver convinto in maniera bipartisan, tanto che il nome del futuro presidente ha incassato 16 voti favorevoli e si sono registrate solo 2 astensioni. C. P.

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