Santanchè: “Bisogna
imparare a vendersi.
Non può più essere
tutto gratis per tutti”

16/01/2024
10:47
 

Daniela Santanchè (nella foto) lancia l’ennesima sfida al sistema turismo. In un’intervista rilasciata a Milano Finanza, il ministro del Turismo sottolinea come l’ultimo biennio abbia prodotto numeri record per il comparto e come si tratti di un trend “in continua crescita. Lo possiamo già intravedere dai dati che ci arrivano dalle prime settimane del 2024, che delineano un quadro assolutamente positivo e incoraggiante che spinge il governo insieme alle Regioni, agli enti locali e agli operatori, a fare ancora meglio e di più per un 2024 migliore”.

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Nel 2023 il turismo ha recuperato i livelli pre-Covid facendo registrare oltre 445 milioni di presenze nelle strutture ricettive, in aumento dell 8,1% sul 2022 e di 8,6 milioni anche sul 2019.
Fra i pilastri indicati da Santanchè per ottimizzare il lavoro nel 2024, “Fare squadra con le istituzioni, valorizzare il turismo di qualità, promuovere la sostenibilità, favorire la destagionalizzazione che serve anche per stabilizzare il personale del settore. In particolare, quest’ultimo punto è importante perché l’Italia può avere un’offerta turistica di dodici mesi all’anno. Siamo la nazione dei piccoli borghi, ne abbiamo 495 certificati, dove si produce oltre il 90 per cento delle nostre eccellenze enogastronomiche, abbiamo 59 siti Unesco, 12 mila stabilimenti balneari. Cultura, cibo e radici sono asset centrali del settore, portatori di ottimi risultati, da mettere a sistema in maniera strategica”.

Ma come si intende raggiungere questi obiettivi? “L’Italia è la nazione più bella del mondo, ma non ancora la più brava a vendersi. Dobbiamo sfruttare al meglio il nostro immenso patrimonio storico, artistico e culturale. Non può più essere gratis tutto per tutti. Bene ha fatto il ministro Sangiuliano con il Pantheon dove, dopo l’introduzione dell’ingresso a pagamento, i visitatori sono cresciuti. Prima di questo governo nessuno pagava il biglietto. In Spagna si paga per entrare nelle chiese, in Francia o in Grecia si paga anche l’aria che si respira. Su questo aspetto ritengo giusto allinearci al modus operandi dei nostri competitor e mettere a reddito le nostre bellezze”.

Sul futuro, “La vera sfida è ora quella di cambiare il paradigma, non è il conteggio di quanti vengono a visitare l’Italia, ma quanto spendono, qual è la spesa media giornaliera, per avere un turismo sempre più di qualità. L’offerta turistica deve essere per tutti, perché tutti devono poter andare in vacanza. E’ evidente che c’è anche un turismo del lusso di cui, però, non dobbiamo affatto vergognarci, al contrario deve rappresentare un’occasione che dobbiamo cogliere per rendere la nostra nazione sempre più competitiva nel mercato globale. Anche per questo bisogna cominciare a parlare non più di turismo, ma di turismi”.


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