Tutte le cifre della competitività: l'Italia culturale perde quota

16/11/2012
11:44
Leggi anche: cultura, turismo culturale, Iulm

Un patrimonio del passato che non riesce a trasformarsi in ricchezza per il presente. Così il sistema Italia perde punti, senza saper valorizzare, anche sul piano turistico, i beni culturali accumulati nel passato e una fama seconda a poche nazioni al mondo.

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L''Indice 24', lo studio realizzato da Pier Luigi Sacco, docente di economia della Cultura allo Iulm di Milano, mette il dito nella piaga. Durante l'ultimo secolo, la Penisola ha perso quota sul piano della competitività sia per quanto riguarda il patrimonio mussale che per la ricchezza artistica. La ricerca, riportata da Il Sole 24 Ore, traduce in cifre questa tendenza: l'indicatore di competitività dell'Italia per il settore architettura e musei è passato dai 60 punti del 1900 ai 33 del 1950 fino ai 18 del 2000. E per l'arte la situazione non è più rosea: la parabola parte da quota 600 all'inizio del secolo scorso per approdare ai 105 punti del XXI secolo.

La ricerca, inoltre, quantifica anche la tendenza al rialzo nel settore food: qui la Penisola registra una vera e propria impennata, passando da 5 a 78 punti in 100 anni.

La tendenza generale, comunque, si inserisce sulla stessa linea di quanto affermato dal Country Brand Index: una discesa di popolarità dell'Italia sul piano internazionale. Ma il trend non è senza speranza: i mezzi per risalire la china ci sono. È il momento di valorizzarlo.

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