I buyer votano l'Italia: "Bella ma difficile"

21/10/2013
15:52
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Un brand forte e dal fascino indiscusso, ma con alcuni punti deboli.

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È questo, in sintesi, il pensiero sulla reputazione del prodotto Italia scaturito dalle esperienze dei buyer internazionali. Se, infatti, il potere attrattivo delle città d’arte e dei paesaggi unici viene riconosciuto senza eccezioni da tutti gli operatori, l’offerta nostrana non sembra però sempre all’altezza di sintonizzarsi sulle lunghezze d’onda di visitatori tanto diversi.
Dalle tariffe troppo alte all’ostacolo della lingua, sino alla mancanza dei servizi uplevel anche su segmenti di nicchia. Sono questi i punti deboli portati alla ribalta dalla domanda.

Più eclatante il disallineamento dell’offerta italiana con i desiderata della Cina. “Con una domanda che duplica anno dopo anno, il prodotto Italia è quello più richiesto in agenzia - rileva Li Changsong, responsabile di Deluxe Mice Tour -, ma, nonostante l’interesse, solo pochissimi operatori sono in grado di parlare cinese e anche le trattative con le aziende del settore vanno a volte troppo per le lunghe”.

La questione pricing è quella che conta di più per gli operatori della Germania. “I prezzi alti, come anche la mancanza di elementi attrattivi per il target giovani - evidenzia Paolo Cini, titolare della Vamos Reisen - sono carenze che rendono il prodotto meno competitivo”.

Non crede nella necessità del ricorso ai pacchetti low cost, invece, la canadese Diane Pothan, product manager di Cit Tours. “Dobbiamo lavorare di più sui prodotti alternativi e sui piccoli gioielli d’arte”.
Il budget non sembra essere un problema nemmeno per i turisti indiani: “La nuova classe che viaggia - evidenzia Diana Lewis, responsabile prodotto di Abercrombie & Kent India - richiede servizi esclusivi, come autisti, cuochi e le migliori suite. Plus difficili da trovare”.

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