Il Wtm anticipa il futuro
tra costi e opportunità

di Stefania Galvan
08/11/2023
08:35
 

La contraddizione sembra evidente, ma in realtà è solo apparente. Nonostante le tariffe aeree non accennino a diminuire e gli alberghi abbiano rivisto al rialzo il pricing per far fronte ai costi crescenti, gli albergatori italiani intervistati da Booking.com dipingono questo 2023 come l’anno del pieno recupero dal pre-pandemia e l’aeroporto di Roma Fiumicino è primo in Europa per incremento del traffico aereo nel terzo trimestre 2023, in base ai dati Aci Europe.

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Anche a livello mondiale le tariffe s’impennano e la spinta inflattiva riduce il potere d’acquisto, ma il turismo non frena la sua corsa.

Il ‘revenge travel’
La motivazione è semplice e risiede in un concetto non nuovo, ma ancora valido: quello del ‘revenge travel’, la spinta incontrollabile a viaggiare che, come spiega il Wtm Global Travel Report, ancora non si è esaurita e, anzi, è tuttora in grado di mitigare l’impatto dei costi elevati sul comportamento dei consumatori.

“La domanda repressa dovuta alla pandemia di Covid che ha bloccato i viaggi globali - spiega Juliette Losardo, exhibition director del World Travel Market London - è ancora elevata e le persone vorranno sempre viaggiare”.

La riprova sta, come sempre, nelle cifre: entro la fine del 2023 Tourism Economics prevede che i viaggi nel mondo supereranno la quota di 1,25 miliardi, oltre l’85% del picco raggiunto nel 2019, anche grazie alla spinta di mercati outbound emergenti come Cina, India e Indonesia.

Cosa preoccupa i player
Di una cosa, però, i player del turismo non possono non essere consapevoli: il revenge travel non potrà durare all’infinito e, in un contesto globale all’insegna dell’incertezza economica, sono i prezzi la fonte di preoccupazione maggiore per coloro che operano in quest’industria.

Quando è stato chiesto loro di identificare le principali sfide per il turismo, gli intervistati hanno affermato che l’aumento dei costi aziendali e i problemi del personale sono le loro due principali preoccupazioni, identificate rispettivamente dal 59% e dal 57% degli intervistati. Il costo dell'alloggio (54%), il costo dei voli (48%) e la burocrazia/normative governative (37%) sono tutti in cima alla lista delle motivazioni che potrebbero, in futuro, influenzare le decisioni di viaggio e far calare il budget destinato alle vacanze: una preoccupazione, questa, segnalata dal 33% degli intervistati.

Le sfide
“I costi - sottolinea Losardo - sono una preoccupazione non solo per i clienti, ma anche per le imprese di viaggio, che devono inoltre trovare il modo di affrontare il problema urgente della carenza di personale”. Per continuare a mantenere il trend positivo la necessità di rivedere al rialzo le tariffe si deve quindi accompagnare con un aumento di valore del viaggio, che il rapporto identifica con la capacità di soddisfare le nuove necessità dei turisti, come ad esempio personalizzare al massimo le vacanze e arrivare a trasformarle in esperienze destinate a restare impresse a lungo nella memoria. Dal report - che cita anche dati Mabrian - risulta infatti come già da ora in molti casi l’esperienza diventi la stessa ragion d’essere del viaggio: quest’anno le attività esperienziali come il turismo del benessere, della natura e del cibo sono aumentate a livello globale di oltre il 10% rispetto al 2019.


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