Il tour dell’Alaska, un soggiorno in un tipico ranch del West, un itinerario lungo il Mississippi sulle strade del blues, del jazz e della musica country, tra Chicago e New Orleans. O, ancora, un itinerario nel New England, tra gli Stati del Sud o un viaggio di nozze con tappa nelle Isole Vergini.
Gli italiani che scelgono gli Usa continuano a chiedere New York, Miami e i Parchi nazionali, ma l’incremento della quota di repeater spinge la diversificazione, sia della domanda che dell’offerta.
Lo dimostrano i cataloghi dei tour operator italiani, che stanno dedicando sempre più spazio a nuove aree con proposte di tour specialistici e tematici e un’amplia flessibilità nella costruzione di pacchetti su misura, che sanno adattarsi alle esigenze più disparate della clientela.
Da parte loro, molte destinazioni statunitensi considerate fino a poco tempo fa marginali si stanno interessando al mercato nostrano con campagne mirate di promozione e formazione rivolte specificatamente al trade.
È il caso, per esempio, della città di Philadelphia, proposta dai tour operator come tappa culturale lungo gli itinerari fly&train alla scoperta della East Coast americana. Con la sua rappresentanza in Italia, il Philadelphia Convention & Visitors Bureau promuove fam trip e corsi di formazione online studiati su misura per gli agenti di viaggi. Nel 2012 la città ha registrato 27mila arrivi dall’Italia rispetto ai 16mila del 2004.
Anche il Travel South Usa, il consorzio di promozione turistica che riunisce 11 Stati del Sud, ha iniziato da un paio d’anni a dedicarsi al mercato italiano aprendo una rappresentanza, così come ha fatto negli ultimi mesi anche la regione centrale della California di Mammoth Lakes.
Il Massachusetts, con la sua offerta che spazia dai paesaggi collinare alle spiagge e l’atmosfera multiculturale di Boston, ha investito sull’Italia lanciando un nuovo sito (www.massvacation.it) e una guida multimediale in formato app sulla capitale e le altre attrazioni dello Stato, entrambe in italiano.
