Lavoro nel turismo: nel 2020 un dipendente su quattro ha perso la propria occupazione

21/05/2021
10:43
 

Nel 2020, a causa della pandemia, un dipendente del turismo su quattro ha perso la propria occupazione. A scattare la fotografia dell’annus horribilis vissuto dall’industria dei viaggi italiana è l’Osservatorio Mercato del Lavoro nel Turismo dell’Ebnt (Ente Bilaterale Nazionale del Turismo).

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In un solo anno, si legge nel rapporto - basato su dati Inps e realizzato da Federalberghi e Fipe in partnership con Ebnt -, “è come se si fosse tornati indietro di una decade”. L’impiego nel settore è passato dal dato record di 1,3 milioni di occupati del 2019 a 953mila. “Siamo tornati al numero di occupati del 2011”.

I dati
Nel dettaglio, i lavoratori dipendenti occupati in Italia nelle aziende del settore sono stati 953.548 nel 2020, mentre nel 2019 erano 1.300.512 (media annua). Ciò si traduce in una perdita del 26,7% degli occupati e del 37,9% delle giornate retribuite.

Il numero delle aziende turistiche con dipendenti è passato da 200.388 del 2019 a 168.535.

I più penalizzati
Il calo peggiore ha riguardato chi aveva contratti a tempo determinato o stagionali: tra questi uno su tre ha perso il lavoro. La crisi ha colpito maggiormente le donne (183 mila occupate in meno rispetto al 2019), i giovani e gli stranieri: infatti, queste ultime due categorie hanno visto ridursi l’occupazione del 30% e le giornate lavorate del 40%.

“Speriamo che l’estate sia il momento buono per ripartire, ma senza il sostegno del Governo le imprese turistiche non arriveranno alla tanto agognata meta - sottolinea l’Ebtn nel rapporto -. Bisogna agire sin da subito incrementando i sostegni finanziari alle imprese e vaccinando i dipendenti, in modo da essere più attrattivi sul mercato”. “Salvaguardare il turismo - conclude l’Ente - vuol dire salvare posti di lavoro tra le categorie più svantaggiate”.


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