Lavoro nel turismo e mismatch: la via della Scuola Italiana di Ospitalità

31/03/2023
17:23
 

Lavorare su una formazione di qualità, in grado di fornire profili in linea con le esigenze delle imprese turistiche, e su una migliore reputazione del settore. Questa la rotta che traccia Giulio Contini, direttore della Scuola Italiana di Ospitalità, nata nel 2019 su idea di Cassa Depositi e Prestiti e di Th Resorts, per risolvere il problema del mismatch.

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Intervistato da AdnKronos, sottolinea come nell’hospitality ci sia una “forte richiesta di personale con livello di operatività base”, ma anche di “tutta una serie di personale del management”. Figure che, spiega, “hanno una posizione di assoluto rispetto e che degli stipendi assolutamente interessanti, ma che non si riescono a trovare già formate”.

Il problema, come più volte scritto anche su questa agenzia, è legato in parte a un gap tra domanda e offerta, in termini di skill. Una criticità che richiede una revisione dei percorsi formativi, per la creazione di profili che possiedano le competenze richieste dal mercato, a partire dalle soft skill e da quelle di base. “Molto spesso le aziende si lamentano della serietà e dell'affidabilità del personale con cui si trovano ad avere a che fare. Persone che da un giorno all'altro non si presentano al lavoro, e altro”.

Il problema della reputazione
Allo stesso modo, però, bisogna lavorare sulla reputation del settore, soprattutto, dice Contini, dell’hospitality.  “Ci sono una serie di informazioni che denunciano situazioni aziendali non propriamente limpide nelle quali si trovano poi a lavorare persone del settore hospitality. Quello che va fatto e che noi facciamo è evidenziare tutte quelle situazioni aziendali turistiche sane, con un grande rispetto delle leggi, della regolarità dei contatti e del lavoratore. Quindi cercare di fare crescere la reputation del settore a partire dai casi di successo e delle pratiche sane di questo settore”.


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