L'isola fiscale

Giulio Benedetti, Dottore Commercialista

I nuovi 'voucher lavoro' molto simili ai precedenti

11/07/2017
10:41
 

La manovra correttiva ha reintrodotto i voucher per le prestazioni di lavoro occasionale: i nuovi buoni lavoro sonoo disponibili a partire dal 10 luglio 2017 sul sito internet dedicato dell’INPS.

I nuovi “voucher lavoro” sono distintamente indentificati in “Libretto Famiglia” (utilizzabile dalle persone fisiche non in regime d’impresa quindi per lavori domestici, assistenza domiciliare e simili) e in “Contratto di Prestazione Occasionale” (detti anche “PrestO”), quest’ultimo di interesse per le Agenzie Viaggi.

Come ricorderete i preesistenti “voucher lavoro” erano stati eliminati, in grande fretta, la scorsa primavera a seguito delle diverse proteste di alcune sigle sindacali che avevano promosso un referendum abrogativo.

Passata la tornata elettorale, i voucher vengono riproposti dal Governo con alcune varianti, sebbene le sigle sindacali di cui sopra abbiano rinnovato la loro protesta preannunciando nuove manifestazioni di dissenso.

Di fatto i “voucher lavoro” erano stati introdotti nel 2003 con l’obiettivo di incentivare la regolarizzazione, per quanto possibile, dei numerosi impieghi saltuari, soprattutto in ambito familiare (baby sitter, colf, altri lavori domestici) ed erano stati poi estesi al settore imprenditoriale, compreso soprattutto quello del turismo, per far fronte ai picchi di lavoro stagionali per i quali le imprese trovavano molto costoso e poco snello procedere alla regolare assunzione dei collaboratori, con relativo contratto, busta paga, denunce mensili, ecc.

L’anomalia dei “voucher lavoro” era quella di consentire lavori saltuari, “precari” (per usare un termine caro ai detrattori) consentendo di bypassare le procedure di regolare assunzione, anche a termine, di un lavoratore dipendente, nonostante la presenza sul mercato di un contratto collettivo nazionale di riferimento.

Ebbene: i nuovi voucher, seppure rimodulati ponendo nuovi e limitanti vincoli, non superano questo problema, risultando di fatto molto simili ai precedenti.

Le novità riguardano per l’appunto i vincoli: per ciascun lavoratore un tetto massimo di 5mila euro annui con riferimento alla totalità dei datori di lavoro, per ciascun committente un massimo di 5mila euro annui con riferimento alla totalità dei lavoratori occasionali, ogni lavoratore potrà percepire al massimo 2.500 euro dallo stesso committente, sono presenti anche limiti temporali di massimo 280 ore nello stesso anno, è vietato l’utilizzo a chi ha piu' di cinque lavoratori subordinati assunti a tempo indeterminato ed è altresì vietato l’utilizzo con collaboratori che, entro i sei mesi precedenti, abbiano avuto un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa con lo stesso committente.

I suddetti vincoli tagliano di molto la platea dei possibili utilizzatori, soprattutto le strutture ricettive (hotel, villaggi, ecc.) che hanno già alle loro dipendenze almeno 5 lavoratori non potranno più usare i voucher.

Questi vincoli però non sembrano eliminare quello che era il fondamentale problema segnalato dalle sigle sindacali: la tendenza all’aumento del precariato nel mondo del lavoro.

D’altro canto non si possono ignorare le esigenze di settori, come quello del turismo, dove la stagionalità è fortemente invasiva, così come non si possono ignorare i numeri: nel 2010 i voucher venduti erano meno di 10 milioni, nel 2013 hanno superato i 40 milioni, nel 2015 i 115 milioni.

Questi numeri ci dicono che le imprese hanno bisogno di strumenti di lavoro più flessibili e che consentano loro di far fronte a picchi di stagionalità e di richiesta: aspettiamoci a breve altre e nuove modifiche ai voucher, magari la proposta di un nuovo referendum abrogativo e l’ormai consueta precarietà non solo del lavoro, ma anche delle norme che lo regolano.

Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.eu


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