Lady Globetrotter

Pamela McCourt Francescone, Giornalista giramondo

Un ciclone di nome Shakira

06/12/2016
09:00
 

L’abbiamo riconosciuto subito tra gli studenti che uscivano dall'Università di Santa Marta. Impossible non individuarlo perché, a differenza degli altri ragazzi che vestivano magliette e jeans come fanno i giovani in tutto il mondo, il piccolo Kogi indossava una lunga tunica bianca, in testa aveva un buffo cappello a punta e sulla spalla una borsa colorata.    

Il suo nome spagnolo era Luis ed era la nostra guida per un giorno nel Parco Tayrona. I Kogi, ci ha spiegato, vivono sulla Sierra Nevada de Santa Marta, la montagna a forma di piramide che, dalle spiagge caraibiche della costa settentrionale della Colombia, si innalza per 5.700 metri fino al Pico Bolivar che rimane sempre sotto una coltre di neve.  

I Kogi si chiamano i Fratelli Maggiori, credono che sia loro compito mantenere l'equilibrio dell'universo e, come lui, indossano sempre una tunica candida e un cappellino. Luis studiava giurisprudenza per diventare il primo avvocato del suo villaggio che si trovava sulle pendici della montagna a tre ore di cammino, e per arrotondare quello che gli dava la sua famiglia, accompagnava turisti come noi.

Il Parco Tayrona è una fitta selva tropicale che si getta nel Mare dei Caraibi in una serie di insenature con splendide spiagge. Molte hanno il divieto di balneazione per le forti correnti, ma altre come Las Piscinas e Cabo San Juan sono veri paradisi. E li abbiamo scoperti passeggiando lungo i sentieri nella foresta, con Luis che ci parlava della flora e della fauna, come le tante scimmie che saltellavano tra gli alberi.

Dopo un’ora di cammino è venuta giù una fortissima pioggia tropicale e insieme a una collega ho deciso di tornare all'Ecolodge, mentre gli altri hanno preferito proseguire la loro passeggiata.  Il nostro ritorno è diventato man mano sempre più difficile, perché i sentieri erano diventati fiumi di fango, e quando siamo finalmente giunti al lodge l'acqua ci arrivava oltre le caviglie e la mia compagna camminava scalza perché aveva perso le infradito nell'acqua torbida.  

Per gli altri il ritorno è stato ancora più pesante e faticoso e, rientrati all'Ecolodge dopo tre ore sotto la pioggia battente, ci hanno raccontato che Luis, che di statura non era alto, aveva l'acqua che gli sfiorava i fianchi.

La tempesta era di una violenza epocale ed è durata tutta la notte con fortissimi colpi di vento, tuoni e fulmini, e la mattina dopo ci hanno raccontato che la vicina città di Baranquilla era stata colpita da un ciclone tropicale. E noi l'abbiamo chiamato Shakira, come la vulcanica cantautrice colombiana pop nata proprio in quella città.


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