Lady Globetrotter

Pamela McCourt Francescone, Giornalista giramondo

Là ci darem la mano

19/03/2018
14:31
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Non avrei mai pensato di trovarmi a ridere fine alle lacrime con un tassista newyorchese, di quelli noti per i loro modi bruschi e poco friendly. Ma andiamo con ordine. Ogni volta che vado a New York ci sono delle tappe per me imperdibili, come una passeggiata a Central Park, una visita alla cattedrale St. Patrick's e un giro scintillante da Tiffany ambedue sulla Quinta Strada, la squisita zuppa di pollo a colazione da Zabar's il negozio di alimentari gourmet più famoso della Gande Mela, e un caffè da Cipriani nella Grand Central Station.

Poche settimane fa, uscendo proprio dalla stazione faraonica costruita dai Vanderbilt, sotto una pioggia scrosciante insieme a due amici ci siamo precipitati verso il primo taxi in fila.
Uno degli amici è salito davanti accanto all'autista e l'altro dietro. ìIo, per fare più in fretta e salire dietro, mi sono aggrappata con la mano destra all'angolo superiore dello sportello anteriore, proprio nell'istante in cui l'amico seduto davanti ha chiuso lo sportello con forza.  Sulla mia mano.

I secondi sono passati con ritmi interminabili, come in un ralenti. Cerco di tirare fuori la mano, ma non si muove. Che strano, non sento dolore. Grido "la mano, la mano," e agito disperatamente la mano sinistra verso il piccolo finestrino nel panello di plastica che divide il tassista dai passeggeri. L'amico davanti che aveva sbattuto lo sportello non mi sente per l'effetto del divisore, ma l'autista si gira verso di me e, vedendo la mano che gesticola verso di lui, la prende nella sua. Poi capisce al volo, e urla all'amico di aprire lo sportello.

Il primo miracolo è che, oltre qualche ematoma, non mi sono fatta niente, grazie allo spesso strato di gomma della guarnizione. Il secondo miracolo è che l'autista, dopo essersi accertato che non c'era bisogno di correre al primo pronto soccorso, oscillando la testa da destra a sinistra con quel movimento da mal di mare che sanno fare solo gli indiani si è scusato profusamente per avermi tenuto la mano.

Poi, realizzando il lato comico di quel suo gesto così spontaneo e umano, è scoppiato a ridere.  La forte scarica di adrenalina per il pericolo scampato ha fatto il resto, e tra le grandi risate di tutti la corsa è finita con calorose strette ...Di mano!

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