Lady Globetrotter

Pamela McCourt Francescone, Giornalista giramondo

Kalashnikov e montone

14/10/2013
09:49
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L'altra settimana a Bangkok ho avuto il piacere di cenare con Gilles Evrard, direttore dell'Hotel Plaza Athenee e, parlando di viaggi mi disse che qualche anno fa era stato direttore dello Sheraton a Sana'a nello Yemen.

E mi è tornato in mente come rimasi sotto l'incantesimo della bellezza di quel Paese, dei suoi deserti che spaziavano oltre l'infinito, delle sue città cangianti che sembravano miraggi, dei suoi palazzi dalle facciate marmoree costruite non con il marmo, ma con rami e sassi, sabbia e sterco. E dei mercati animati dove, dalle prime ore del mattino, gli uomini trattavano il prezzo del qat, scegliendo le foglie più verdi che poi masticavano per raggiungere uno stato di rilassato benessere.

Un'altro ricordo indelibile di quel viaggio è la cena con il ministro del Turismo. Prima del discorso ufficiale ci hanno fatto accommodare, servendoci grandi piatti fumanti di stufato di montone. Finito il discorso del ministro, che è durato molto, molto a lungo, ci siamo trovati davanti uno spettacolo surreale: i nostri piatti ricoperti da uno strato di grasso bianco solidificato dal quale spuntavano fuori pezzottoni inquietanti di montone grigio.

E mi sono ricordata di quando mi sedevo accanto all'autista sul nostro fuoristrada e lui, con grande disinvoltura, buttava il suo Kalashnikov ai miei piedi. E ogni volta mi sorgeva l'atroce pensiero "E se parte un colpo?".

E poi un ricordo simpatico che riguardava proprio lo Sheraton. Nel mio bagno a tutte le ore c'era della musica. Allegre, interminabili canzoni arabe che uscivano non da un altoparlante, ma dallo scarico del bidet. Ho raccontato anche questo a Gilles Evrard e lui, divertito, ha risposto: “Ah oui! Au Yémen rien n'est impossible”!

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