L'agente in Laguna

Fabio Russo, agenzia Last Minute Tour, Martellago, Venezia

L'Ebola nella testa degli italiani

14/11/2014
09:44
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La settimana scorsa non avete potuto leggere questo blog perché mi trovavo in Kenya in qualità di accompagnatore e organizzatore di un incentive per un’azienda trevigiana.

Tuttavia, di 50 bravi e fortunati vincitori del viaggio premio alla fine solo 30 hanno deciso di partire, mentre gli altri hanno rinunciato in massa a causa del famigerato virus Ebola.

Una vera e propria psicosi immotivata, che dimostra ancora una volta quanto quello italiano sia un popolo ottusamente dipendente da quello che vede in tv e sui social network, senza approfondire le notizie attraverso canali idonei a conoscere la situazione reale e di conseguenza il vero (eventuale) livello di pericolo.

La questione Ebola è paradossale: se di contagio si tratta, la zona interessata è ben conosciuta e circoscritta, tanto che molti Paesi africani (tra i quali il Kenya) hanno da tempo blindato le proprie frontiere, attivando un livello di guardia molto più elevato di quanto non abbiano fatto Europa e America; ciononostante nessuno si interessa di reperire tali informazioni e si preferisce vivere nell'ottusa convinzione che l’Africa sia "contagiata".

Succede così che i clienti delle agenzie di viaggi rifiutino di andare in Kenya, a Zanzibar, persino in Egitto a causa di questa assurda psicosi.

Ma i casi disperati non si limitano qui: è bastato un caso a Madrid per fare piovere le richieste più incredibili: la più clamorosa riguarda un passeggero che avrebbe dovuto effettuare un semplice transito all’aeroporto della capitale spagnola e che ha richiesto di poter variare la tratta per evitare l’aeroporto Barajas. Assurdo!

In tutto ciò c’è però una questione che mi preoccupa: se la maggior parte delle persone reagiscono in modo sproporzionato a un fenomeno tutto sommato circoscritto, cosa potrebbe accadere se dovesse veramente succedere qualcosa di grave?

L’isterismo che serpeggia nelle masse, alimentato ad hoc attraverso televisioni e social network, dovrebbe offrire importanti spunti di riflessione (e di preoccupazione) che pare nessuno sia disposto a cogliere.

Il Governo dovrebbe attivare delle campagne pubblicitarie per informare i cittadini che è opportuno reperire informazioni sempre aggiornate e reali sul sito della Farnesina viaggiaresicuri.it o comunque sui portali delle istituzioni.

Questo si rende necessario fin da subito, non tanto per salvaguardare il business del turismo, ma per preparare le persone a rispondere in maniera più saggia e controllata a qualsiasi futura evenienza.

Mi rendo conto che possa sembrare incredibile a dirsi, ma televisione e social network non sono strumenti di informazione affidabili: al contrario vengono utilizzati (da chi ha interesse nel farlo) per manipolare le masse approfittando della viralità del web, ben più contagioso dell’Ebola che, sappiatelo bene, oggi non è affatto presente in nessuna delle zone raggiunte dai voli charter che decollano dall’Italia.

Fa dunque una certa tristezza, tornando al Kenya, vedere villaggi turistici che dovrebbero ospitare fino a 250 ospiti essere occupati da sparuti gruppi di venti o trenta persone.

E fa un certo effetto sentire le popolazioni locali, certamente meno erudite di noi, sorprendersi di come gli italiani siano così stolti da non accorgersi che le zone contagiate da Ebola siano geograficamente più vicine all’Europa di quanto non lo siano per esempio allo stesso Kenya, a Zanzibar (Tanzania) o ancor di più all' Egitto, che si trovano esattamente dalla parte opposta dello sterminato continente africano.

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