L'agente in Laguna

Fabio Russo, agenzia Last Minute Tour, Martellago, Venezia

Ecco la riforma del lavoro che non serve a nessuno

27/07/2012
14:54
Leggi anche: Riforma del lavoro

Il rischio, affrontando un argomento così 'politico', è quello di apparire di destra piuttosto che di sinistra.

Mi chiedo perchè una persona debba necessariamente parteggiare e identificarsi con questi politici privilegiati, mentre l'italiano medio vive sulla soglia di povertà. Il governo dei miracoli ci ha massacrato di tasse perchè lo spread a 500 era insostenibile...il risultato è che a distanza di pochi mesi di illusorio ribasso la situazione è tornata la medesima; l'unica differenza è che nel frattempo abbiamo subìto l'aumento di tasse, Iva e accise sui carburanti, l'introduzione dell'Imu e un taglio secco a tutti i servizi erogati in favore del cittadino.

Uno dei punti su cui il governo dei miracoli ha tardato è stata la riforma del lavoro: infatti, dopo aver fatto cassa alla velocità della luce, quando è stato il momento di fare qualcosa di veramente utile per consentire assunzioni di personale e rendere le nostre aziende nuovamente competitive, improvvisamente il genio che doveva salvarci dal baratro si è arenato per mesi.

Dopo questa lunga attesa il Paese riceve un testo della riforma ricco di belle parole 'tecniche', di ammirevoli balzelli, che affronta la famigerata modifica dell'articolo 18, ma.......manca la chiave che cercavo per permettere alla mia azienda di assumere e crescere: una reale, vantaggiosa detassazione!

Dopo mesi di fumo negli occhi, tutto si riduce a una maggiore flessibilità, neanche fosse quello il vero problema delle aziende italiane, schiacciate invece da un costo del lavoro non più sostenibile.

Venendo al nostro mondo, l'impatto delle riforme dei mesi scorsi l'abbiamo già vissuto sulla pelle: fuga dei grossi clienti impauriti dal dover comunicare codice fiscale e pagare in maniera tracciabile (si veda a tal riguardo il mio blog del 6 aprile "Come il governo affonda le agenzie") a cui si è aggiunta questa riforma del lavoro che di sicuro non consentirà nessuna assunzione alle agenzie di viaggi, sempre più destinate a diventare aziende gestite solamente da un titolare, impossibilitato a far quadrare i conti in presenza di dipendenti.

Personalmente ritengo sia un grosso peccato: l'assenza di una valida associazione di categoria che porti a conoscenza i legislatori delle criticità del settore continua a essere un enorme problema che ci rende invisibili. Sarò un illuso, ma io credo ancora nella possibilità di crescita della mia attività e assumerei oggi stesso se potessi far quadrare i conti.

Da mesi, in attesa della riforma del governo dei miracoli, ho in mente una serie di azioni strategiche e innovative, non solo per non cedere alla crisi, ma per migliorare le performance del mio punto vendita. Certamente non rinuncerò, ma dovrò ridurre le prospettive in funzione dell'ennesima riforma sterile.

Purtroppo i curriculum di decine di giovani passeranno dal cassetto della mia scrivania al cestino dei rifiuti in attesa delle prossime elezioni, la cui campagna si annuncia ricca di slogan che prometteranno riduzione delle tasse e nuovi posti di lavoro: insomma ci attende un altro Governo miracoloso.

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