Una decina di giorni fa sono stato invitato, nella veste di ospite, alla riunione commerciale di un noto tour operator.

La sala riunioni conteneva a stento i partecipanti, una schiera di direttori, addetti, responsabili e promotori da fare invidia a una solida multinazionale.

Vengono sviscerati alcuni dati ed emergono aree di maggiore e minore penetrazione: è una fase in cui, velatamente, viene attribuita la palma dei migliori sul campo.

La slide delle agenzie attive (con un codice aperto) rispetto a quelle che sviluppano un fatturato significativo è impietosa e pone ai partecipanti (ma anche al sottoscritto) enormi interrogativi.

La riunione prosegue parlando di prodotto e anticipando le novità dell'estate.

Si giunge infine al tema scottante, ovvero "cosa dobbiamo dare alle agenzie perché ci prediligano rispetto agli altri tour operator?" e per l'occasione special guest "l'agente in laguna".

Il mio intervento parte in salita, poiché fino a quel momento avevo ascoltato tutto e il contrario di tutto: per esempio è emersa con forza l'esigenza di far breccia nel cuore delle adv, ma manca un progetto per farlo.

Suggerisco, come avevo fatto in passato da questo blog, di restituire credibilità ai promotori attraverso una maggiore autonomia nelle criticità. Parlando di commissioni, ho dato la mia visione, piú meritocratica e meno democratica. Ma soprattutto ho posto l'accento su due punti a mio parere imprescindibili: 1) partnership, ovvero coinvolgimento, condivisione, assistenza, vera vicinanza, attivo sostegno, reale considerazione delle pratiche piú complesse e delle segnalazioni; 2) strategia, bisogna cam-bia-re! Ammettere, prima di tutto a se stessi, che cosí non và bene e mettere in atto un radicale cambiamento.

Come scrivevo settimana scorsa ne "il catalogo che viene dal paleolitico" (ne suggerisco la lettura) presentiamo cataloghi esteticamente piú belli, ma con i medesimi concetti di 15 anni fa, mentre nel frattempo (con l'avvento del web su larga scala) intorno a noi è cambiato tutto. È un suicidio in piena regola!

La mancanza di coraggio nel cambiare la strategia (commerciale e di prodotto) sta uccidendo la filiera, ed é bene rendersene conto.

Non è stato facile dire tutto ciò e non sono affatto sicuro (pur usando tutta la diplomazia di cui sono capace) che gli interessati, soprattutto quelli ai piani alti, abbiano gradito il mio sincero intervento.

Alla fine, durante il fragoroso applauso e i sorrisi, ho sperato vivamente che non stessi assistendo a un effimero momento di gloria personale, ma all'inizio di un sospirato vento di cambiamento.