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Cristina Peroglio, giornalista di TTG Italia

Il dialetto in aeroporto e altre storie di Bologna

06/06/2014
09:01

Io non so chi di voi sia sufficientemente grande da ricordarsi di Massimo Boldi quando faceva ridere.

Io forse no, ma ricordo chiaramente di aver visto in qualche fortunata serata estiva nelle Teche Rai una scenetta che credo mi abbia, in parte, condizionato la vita. È quella del cuoco Mario Vigorone, toscano stralunato, che ripeteva pressoché incessantemente: "Come dite voi a Milano? Noi a Firenze diciamo…"

'Come dite voi, come diciamo noi' è un gioco che in Italia si può fare con grande soddisfazione. La differenza linguistica dei dialetti è un patrimonio incommensurabile che oggi rappresenta davvero una grande ricchezza per questo Paese, anche turistica.
A me, poi, piace particolarmente anche nella vita di tutti i giorni sentir intercalare magari qualche parola, qualche espressione in dialetto che perderebbe tutta la sua verità se tradotta in italiano. Il dialetto mi sembra una lingua più vera, fatta della stessa materia della terra da dove si proviene; la lingua del cuore e la lingua che colora.

Non ho potuto trattenermi, quindi, quando ho scoperto che all'aeroporto di Bologna insegnano il dialetto ai turisti; invado il campo di Lino Vuotto e del suo blog Torre di Controllo per raccontarvi questa storia.

Il Marconi, in collaborazione con 'Succede solo a Bologna' ha organizzato un corso di dialetto bolognese in pillole per i turisti in arrivo. Le lezioni sono impartite con mini-video a vignette di due minuti ciascuno trasmessi sui monitor informativi presenti nelle varie aree del terminal e sono visibili lungo tutto l’arco della giornata.
La prima lezione è dedicata ai principali monumenti della città, ma ne seguiranno altre su come orientarsi, cosa mangiare e così via.

È una bella forma di accoglienza, è un invito: "Parla con me, ti dico come".

Scoperto questo, ho cercato di capire cosa fosse 'Succede solo a Bologna' e mi sono trovata davanti ad una associazione no-profit che fa un sacco di belle cose per promuovere la città.
Ma che mi ha conquistata soprattutto con alcune particolarità: dispone di un team di cheerleader (non lo so perché, ma lo trovo così surreale che è meraviglioso) e fra i suoi principali riconoscimenti annovera due gusti di gelato dedicati dalla gelateria Gianni e una linea di bottigliette d'acqua Cerelia con etichette che riportano alcune perle di saggezza bolognese.

L'Italia, quando sorride, è fatta anche così.

twitter@cperoglio


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