Facebook riduce la visibilità dei post di brand: sette modi per aggirare l’ostacolo

10/12/2013
14:24
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Gli esperti di social media hanno cominciato ad accorgersi a settembre che i post delle pagine brand di Facebook raggiungevano un numero decrescente di fan.

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Ora l’ammissione ufficiale del social in blu che, secondo quanto scrive l'articolo di Event Report, ha dichiarato di avere ridotto la portata dei post aziendali per spingere gli uffici marketing a pagare per avere maggiore visibilità sul newsfeed dei propri fan.

In altre parole, se prima ogni post di una pagina aziendale veniva visualizzato da circa il 10% dei fan della pagina, ora la portata è scesa probabilmente al 7%.

Ancora non è chiaro se Facebook riuscirà a monetizzare sulla mancata visibilità gratuita, ma certo occorre correre ai ripari: se gli utenti visualizzano meno post, è inevitabile che calino anche l’engagement e le condivisioni, che a loro volta portano nuovi fan. Per mantenere visibilità occorre quindi pubblicare post più “virali”, capaci di generare maggiore interazione e quindi di compensare la portata “sottratta” dal nuovo algoritmo.

I 7 suggerimenti che seguono per aumentare la “condivisibilità” dei propri post aziendali derivano da un articolo del blog Buffer sulle più recenti statistiche Facebook.

1. Includere sempre un’immagine
Il 93% dei post su Facebook che generano maggiore interazione hanno una foto. Le immagini attirano l’attenzione molto più dei link, dei testi e persino dei video. I post con foto ricevono il 53% in più di like, il 104% in più di commenti e l’84% di click in più rispetto alla media dei post che non ne contengono.

2. La sintesi innanzi tutto
Non vale solo su Twitter: anche su Facebook la brevità è premiata. Le statistiche dicono che i post con meno di 250 caratteri generano un engagement superiore del 60% a quello che ottengono i post con testo più lungo. Se si riesce a sintetizzare il messaggio in meno di 80 caratteri, l’engagement aumenta del 66%.

3. Rivalutare gli emoticon
Potrà stupire, ma pare che gli emoticon, cioè le faccine che riproducono le espressioni del viso, non siano prerogativa degli adolescenti. Includerli nei post significa infatti ottenere più like (+57%), più commenti (+33%) e più condivisioni (+33%).

4. Meglio non pubblicare post di lunedì e martedì
Ogni settore di attività ha i propri tempi: i giorni migliori per pubblicare post su una pagina automotive probabilmente differiscono da quelli più adatti per una pagina di cosmetici. Tuttavia, su Facebook pare che le percentuali di engagement più alte si ottengano il giovedì e il venerdì. Molto bassi i livelli di interazione registrati di lunedì e martedì, l’attenzione comincia a salire solo il mercoledì.

5. Il potere del punto di domanda
Se l’obiettivo è ottenere commenti, la tecnica migliore per raddoppiarne la quantità è inserire nel post una domanda, anche a rischio di ridurre i like e le condivisioni, che invece con le domande diminuiscono. Attenzione però al tipo di domanda: quelle “chiuse”, che prevedono un numero ridotto di risposte, frenano l’interazione. Le domande migliori sono quelle aperte, che lasciano spazio a tanti tipi di risposta.

6. I concorsi piacciono
Indire concorsi, gare o competizioni sulla pagina Facebook incrementa il numero dei fan, naturalmente a patto che per parteciparvi sia necessario mettere like sulla pagina. Le statistiche indicano che il 35% dei fan delle pagine brand (di qualsiasi genere) hanno cliccato il like alla pagina solo per potere accedere a un concorso o competizione, fosse anche solo l’invito a scrivere la più bella didascalia per una foto. I post con le parole “vinci”, “concorso”, “partecipa”, “vincitore” registrano maggiori livelli di engagement.

7. A caccia di sconti e coupon
Come i concorsi, anche sconti e coupon sono molto apprezzati dagli utenti Facebook: il 42% di chi è divenuto fa di una pagina brand lo ha fatto per ottenere uno dei due. Le campagne basate sull’erogazione di coupon sono quelle che registrano il massimo livello di interazione, seguite da vicino da quelle che regalano gadget.

© Event Report – riproduzione consentita con credito e link alla fonte

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