The Matador

Josep Ejarque, professionista in Destination Management e Marketing

Expo 2015, c’è preoccupazione

02/07/2013
15:35
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La settimana scorsa c’è stata a Milano una nuova tappa del Whr, un evento di formazione ed informazione per alberghi sul mondo del revenue e della online reputation.

Il Whr, che tradizionalmente si teneva a Roma, quest’anno ha cambiato pelle e si è trasformato in una sorta di roadshow itinerante per le città italiane. Ovviamente, trovandoci a Milano non si poteva non parlare dell’Expo 2015, e gli albergatori hanno colto l’occasione per manifestare tutte le loro riserve, perplessità ed aspettative sull’evento.

Tuttavia, più che una platea entusiasta dalla prospettiva di un evento di questo calibro, 'excited' come direbbero gli inglesi, la sensazione dominante era di smarrimento. In primis, regna un’assoluta perplessità sul numero di turisti annunciato: ne sono infatti previsti 20 milioni, ma, a meno di due anni dell’evento, il mercato internazionale ancora non sa che l’Expo si terrà a Milano. Inoltre, preoccupa il fatto che il turismo dei grandi eventi, così come lo intendiamo noi, ormai è in crisi.

A ciò si aggiunge che gli ultimi Expo, da Hannover in poi (eccetto Shanghai, che rappresenta sicuramente un caso a parte), hanno alla fine richiamato meno visitatori di quelli previsti a tavolino. Ma soprattutto inquieta che ad oggi, all’interno dell’Expo 2015, non esista ancora una precisa strategia turistica; anzi, non c’è nemmeno chiarezza sul numero esatto di eventi da organizzare.

C’è preoccupazione perché dal punto di vista turistico non esiste una condivisione con gli operatori di Milano, c’è preoccupazione perché si pensa a un soggetto pubblico o pubblico-privato che gestisca in esclusiva i pacchetti, obbligando i tour operator così a farvi riferimento. Insomma, c’è preoccupazione perché è tutto molto confuso mentre il countdown è già iniziato.

L’Expo 2015 dovrebbe essere la manifestazione in grado di salvare il turismo italiano, proprio in virtù dei 20 milioni di turisti previsti. Sicuramente in questa logica, è da intendersi la decisione di rendere le Regioni, attraverso una cabina di regia, co-protagoniste dell’Expo, oltre che operativamente attive in uno spazio espositivo apposito (Padiglione Italia). Questa è infatti la proposta emersa dall’incontro a Milano tra il ministro della Coesione Territoriale, Carlo Trigilia, il ministro degli Affari Regionali, Graziano Delrio, alcuni presidenti di Regione e i vertici dell’Expo. Alla riunione è inoltre emersa la necessità di istituire un tavolo che coordini gli interventi anche sul resto del territorio perché - dicono - è fondamentale stimolare i turisti affinché restino il più a lungo possibile nel Paese. Si stima infatti che ogni notte in più trascorsa porterà a un aumento di cinque miliardi del Pil.

Il vero problema di fatto rimane però il confronto con il mercato. Le diverse analisi presentate al Whr sia sulla destination reputation, sia relative al sentiment della città di Milano come destinazione turistica, hanno evidenziato che il mercato internazionale non è assolutamente interessato - e neanche si sta interessando - alla città né tanto meno all’Expo 2015, come invece dovrebbe essere.  

Il vero timore degli operatori turistici inoltre non è tanto il 2015 in sé, perché bene o male l’adr sarà sicuramente interessante, anche se i turisti saranno un po’ meno. Pochi si rendono conto che la vera sfida è il ‘post evento’. Nessuno sembra infatti preoccuparsi del cosiddetto “effetto intermezzo”, ossia del ‘dopo’.

Pur essendo l’Italia un Paese fantastico, capace di fare dell’improvvisazione una virtù, tuttavia diversi problemi potrebbero manifestarsi non tanto nel raggiungere gli obiettivi del 2015, ma dopo, una volta terminata la manifestazione. Come già visto ad Hannover, Zaragoza, Aichi e alcuni dicono anche a Torino. Quanti hanno capito che l’Expo 2015 non è l’obiettivo, quanto un strumento/opportunità per il futuro?

Twitter @josepejarque

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