Chissà quante volte Lucas ha chiuso per un attimo gli occhi andando indietro con la memoria. Indietro dove tutto è iniziato quando tutto sembrava stesse per finire, là in quei boschi intorno a Ivrea, vicino a Torino. Una delle tante storie tristi e di abbandono che troppo spesso non ha un lieto fine.

Il tempo di un ritorno con la memoria a quel bosco e a quell’albero, e poi via al lavoro. C’è sempre da fare per Lucas a Malpensa, da 12 anni a questa parte. Fa parte di quel gruppo di lavoratori che passano affianco a noi passeggeri quasi in maniera anonima, ma che è determinante perché tutto funzioni al meglio, fondamentali soprattutto se si tratta degli addetti alla sicurezza.

Lucas era stato ingaggiato proprio in questo settore. Qualcuno aveva visto lungo sulle sue potenzialità e le sue capacità. E lui li ha ripagati. Ha avuto un fiuto inconfondibile e se c’era di mezzo lo spaccio di droga riusciva sempre in qualche modo a impedire che la facessero franca. Ne ha fatti arrestare 50, più 70 denunce. Grazie a loro ha sequestrato centinaia di chili di cocaina. E quant’altro.

Lucas ora va in pensione. Raggiunti limiti di età, molto rigidi se si fa un lavoro del genere. A questa età un pastore belga Malinois è bene che si riposi. Resterà a casa insieme al suo istruttore delle Fiamme Gialle, di cui è stato fedele compagno negli anni trascorsi nel gruppo di cani antidroga dell’aeroporto milanese. Lui non ha nessuna intenzione di legarlo a un albero in un bosco e scappare via.