Torre di Controllo

Lino Vuotto, giornalista di TTG Italia

Le ali di Jackie e quelle di Martin

18/04/2013
11:18
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"Tutte le linee aeree hanno avuto un incidente prima o poi. Questo non significa che volare non sia sicuro". "Qantas. Qantas non ne ha mai avuti".

Lo scambio di battute arriva da un film cult come Rain Man, dove Raymond Babbit, alias Dustin Hoffman, è un uomo affetto da autismo che insiste a tutti i costi che per volare da Los Angeles a Cincinnati è disposto a prendere solo un volo Qantas. Ma l'autismo è così, non ammette repliche o altre ragioni.

Spegniamo il video, torniamo nella realtà, perché voglio raccontarvi una bella storia. Vera. Jackie Littlejohn ha 6 anni, non è la prima volta che vola, ma questa volta la fila, la confusione o chissà che lo mandano in tilt. Calci e urla, urla e calci, ma papà Henry e mamma Susie non si scompongono neanche di fronte agli sguardi sconcertati e alle dita puntate. Hanno fatto il callo anche a questo. Jackie conta più di tutto e Jackie non ammette repliche. Perché l'autismo è così. C'è, si manifesta e non ammette repliche.

Mamma Susie si rivolge alla loro specialista, lei a sua volta sente i suoi contatti, tra cui qualcuno nella direzione dell'aeroporto cittadino. Passano sei mesi e nasce Wings for Autism, ali per l'autismo, ed è quanto di più semplice si possa pensare. Le famiglie arrivano in aeroporto si registrano e accedono a un processo di ingresso all'aereo rapido, semplice e soft. Di più. I bambini vengono portati a bordo dell'aereo, ascoltano il rumore dei motori e la simulazione di tutto quanto accadrà dopo.

Jackie non ha più paura oggi ogni volta che entra all'aeroporto di Boston Logan.

Dedicato a Martin, 8 anni. Non era affetto da autismo. Ma ha sperimentato il terrore un attimo prima di mancare l'ultimo abbraccio con il suo papà a Boston per colpa della follia umana. Con le tue ali fai da angelo custode di Jackie se puoi.

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