Torre di Controllo

Lino Vuotto, giornalista di TTG Italia

Ricaricarsi con una pedalata. Con Merckx, De Vlaeminck...

26/05/2014
09:38
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Vorrei vederli seduti tutti insieme lì a pedalare. Sarebbe un fantastico spot, qualcosa che leghi passato e presente. Eddy Merckx, naturalmente, ma anche Zoetemelk, De Vlaeminck, Van Linden e altri nomi olandesi e belgi che affollavano la mia fantasia di bambino negli anni settanta. Magari insieme a Baronchelli, che so, a Pollentier, Maertens, Moser, Saronni...

Prima che ciclisti e nomi questi pezzi di storia del ciclismo per noi bambini erano altre due cose: grosse biglie di plastica con dentro le immagini di ognuno di loro da fare rotolare nella pista di sabbia al mare (e ci giocano ancora i bambini...). Oppure tappi gelosemente conservati dalle bibite o dalla birra di papà. O dall'ultma bottiglietta di conserva aperta. Raccolti e poi riempiti di fogli con disegni di bandiere e i nomi. Quei nomi lì che ho citato prima. Finivano in un sacchetto da tenere sempre  aportata di mano. Poi si sceglieva un pezzo di asfalto o di cemento, la pista della tappa del Giro d'Italia o del Tour de France veniva creata con la massima fantasia e da soli o in compagnia partiva la gara con dita ormai abili che spingevano i tappi-ciclisti lungo il percorso.

Potere della fantasia dei bambini, la riscopro oggi immaginandomeli tutti lì uno affianco all'altro all'aeroporto Schiphol di Amsterdam, in Olanda. Olanda, terra di ciclismo, non poteva essere altrimenti. Tutti a pedalare nelle nuove postazioni create per i passeggeri in transito o in attesa. Un libro, un computer, un giornale e via a pedalare. Pura ginnastica? No, siamo nel 2014 e siamo in epoca green. Pedalando i passeggeri ricaricano le batterie dello smartphone. Avete letto bene. Un'idea geniale.

Ma io me li vedo tutti insieme lì in aeroporto: Merckx, De Vlaeminck, Moser, Baronchelli...

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