Fiavet chiede chiarezza su Israele e sugli annullamenti

29/07/2014
15:56

Situazione difficile nelle agenzie di viaggi per la questione dei viaggi in Israele.

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La mancanza di uno sconsiglio univoco, infatti, rende di difficile gestione le eventuali pratiche di annullamento dei viaggi, anche viste le resistenze dei vettori ad accettare come ‘cause di forza maggiore’ le cancellazioni di pacchetti sul Paese.

Rende nota la vicenda Fivet nazionale, che per bocca del presidente Fortunato Giovannoni chiede maggiore chiarezza. “Fiavet ha chiesto più volte al Premier Renzi ed ai Ministri competenti del Turismo Franceschini e degli Esteri Mogherini di intervenire per chiarire la situazione in Israele e la operabilità o meno dei viaggi. Ad oggi - dice Giovannoni - pur non essendoci uno sconsiglio univoco per Israele, i comunicati della Farnesina inducono a ritenere, a livello interpretativo, che viga uno sconsiglio parziale, per alcune zone di Israele. Questa situazione non ci permette di tutelare nel giusto modo i nostri clienti, permanendo margini di dubbiosità che ingenerano tensioni nel mercato e con la clientela".

Non solo. Altra difficoltà emerge con le compagnie aeree. "La situazione è ulteriormente aggravata dal comportamento assolutamente incomprensibile delle compagnie aeree che resistono in un atteggiamento rigido ed inspiegabilmente inopportuno di fronte ad una situazione che invece necessita della massima obiettività ed equilibrio da parte di tutti gli attori in gioco – prosegue Giovannoni -. È nostra opinione, infatti, che la situazione di insicurezza attualmente in essere in Israele per i noti eventi bellici faccia si che gli annullamenti che stanno avvenendo in questi giorni dei pacchetti turistici possano dar luogo ad annullamenti per causa di forza maggiore, con conseguente risoluzione del contratto di organizzazione di viaggio. Le compagnie aeree al contrario negano la rilevanza della situazione, così negando ogni effetto derivato sul collegato contratto di trasporto aereo e applicando penali come nella ipotesi ben diversa di volontario no-show dei passeggeri".


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