Sarà l'incoming il vero terreno di battaglia del prossimo futuro? Di sicuro è un settore che fa gola a molti e che in Italia deve ancora trovare qualcuno in grado di farlo fruttare al meglio.
Lo scenario sembra però destinato a cambiare quanto prima: il Gruppo Uvet ha scelto di investire in modo importante nello sviluppo di TripItaly, la piattaforma digitale per la commercializzazione di servizi turistici per l'incoming all'estero. “Abbiamo fatto un oscuro ma pesante lavoro dietro le quinte per essere pronti a settembre – spiega il presidente, Luca Patanè (nella foto) -: parallelamente abbiamo portato avanti anche un'attività di fundraising, coinvolgendo fondi di private equity nel progetto”.
La scommessa è importante: creare un portale che coinvolga diversi driver, dal turismo alla gastronomia all'arte. “Ci piacerebbe coinvolgere anche i musei per vendere i biglietti d'ingresso, ci sono molti aspetti su cui lavorare”, aggiunge il manager. E trattandosi dell'Italia, patria per eccellenza di storia e cultura, i fronti papabili sono molteplici. Del resto Patanè lo aveva annunciato qualche settimana fa, nel corso del TTDay Amadeus, di avere in programma nel 2016 il lancio di un t.o. dedicato all'inbound: "Sarà online e tradizionale" aveva detto.
Il Gruppo Uvet non è il solo a voler investire su questo segmento. Poco tempo fa anche Alpitour aveva manifestato interesse per l'incoming: “Ci pensiamo da diversi mesi all'inbound - aveva dichiarato il presidente Gabriele Burgio -, ma non abbiamo ancora trovato la formula convincente”. Una dichiarazione che non spaventa Patanè, il quale anzi rimarca: “Ci sono praterie così ampie in Italia che davvero c'è spazio per tutti”.
Un aiuto potrebbe arrivare dalla nuova Enit, fresca di nuove nomine: “Le persone selezionate danno l'idea di una grande svolta dopo così tanto tempo con un commissario – sottolinea il presidente Uvet -: lo stesso Renzi ha ribadito l'importanza del turismo per il Paese e noi siamo pronti a dare il
pieno supporto”.
