La rivoluzione fiscale
Ecco cosa cambia

di Francesco Zucco
09/09/2016
11:06
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L'addio agli studi di settore nel fisco sembra ormai cosa certa. Dopo gli annunci dei giorni scorsi, mancherebbe solo da definire il 'quando'; per quanto riguarda il ‘come’, invece, sono già stati forniti numerosi dettagli, sia dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, sia dal Sose, ovvero la società creata da Mef e Banca d’Italia proprio per la costruzione e la gestione degli studi di settore.

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Ecco, dunque, i punti principali della rivoluzione fiscale che si prepara a coinvolgere tutti i settori produtti italiani

1 - Quanto sei affidabile? È, in sostanza, la rivoluzione principale. L’idea è di sostituire la ‘caccia’ al ricavo di congruità con un indice di affidabilità fiscale, che avrà una scala da 1 a 10

2 - Non solo ricavi. Gli indicatori di normalità economica diventeranno indicatori per il calcolo del livello di affidabilità. Non si terrà conto solo dei ricavi, amache del valore aggiunto e del reddito di impresa.

3 - 8 anni invece di 1. Per calcolare i ricavi presunti non si terrà conto dell’andamento del singolo anno, ma degli ultimi 8 anni.

4 - Niente correttivi. Come diretta conseguenza del punto precedente, non si renderanno più necessari i famosi correttivi (come quelli anticrisi), dal momento che il sistema terrà conto dell’andamento del settore in analisi.

5 - Meno dati da in inviare. Tra gli obiettivi del nuovo sistema, anche la semplificazione degli adempimenti, con una minore mole di dati da inoltrare al Fisco.

6 - Vantaggi per i contribuenti affidabili. I contribuenti più affidabili potranno godere di una serie di facilitazioni, come una corsia preferenziale per i rimborsi fiscali, l’esclusione da alcuni tipi di controlli e anche tempi di accertamento più brevi.

7 - Migliorare i rapporti con il Fisco. Tra gli obiettivi dell’operazione, anche la creazione di un miglior rapporto tra i contribuenti e l’Agenzia delle Entrate.

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