Astoi sugli italiani in vacanza a Maldive, Zanzibar e Dubai: “A cosa serve che noi non vendiamo?”

07/01/2021
15:55
 

È scandalizzata e amareggiata la posizione dei tour operator Astoi sulla situazione che ha visto più di 1.000 italiani in vacanza alle Maldive, e altri a Zanzibar e Dubai, proprio nell’inverno in cui il Governo del nostro Paese ha impedito a tutti di viaggiare anche solo verso al regione più vicina.

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“È stata portata all’attenzione dei ministeri dell’Interno, degli Esteri e del Turismo una situazione, giudicata dall’associazione, incoerente e profondamente iniqua nei confronti di tutti i tour operator e delle agenzie di viaggi presenti sul territorio nazionale. Gli operatori del comparto si sono astenuti, oramai da molti mesi, dal programmare/vendere mete estere extra Ue – si legge in una nota diffusa da Astoi -. Ciò nonostante, gli associati hanno avuto prove evidenti dagli albergatori partner presenti alle Maldive nonché dalle statistiche dell’aeroporto intercontinentale di Male che molti italiani abbiano trascorso le vacanze del periodo natalizio in questo paese, nonostante tali spostamenti fossero vietati. Tale fenomeno si è altresì verificato in mete come Zanzibar e Dubai. Per le sole Maldive risulta che oltre 1.000 turisti italiani abbiano trascorso il Capodanno nell’arcipelago. Di questi connazionali nessuno è partito con i tour operator, che hanno scrupolosamente rispettato le direttive governative. Gli italiani in questione sono partiti col più classico metodo del 'fai da te', acquistando un biglietto aereo per proprio conto e analogamente un soggiorno alberghiero in uno dei tanti resort delle Maldive”.

Il tema che indispettisce gli operatori italiani è la totale mancanza di controlli: “Nessun controllo è stato fatto negli aeroporti; riprova ne sono stati i test effettuati da alcuni collaboratori dell’associazione, che si sono recati legittimamente alle Maldive per lavoro e non sono stati sottoposti ad alcun controllo nei vari aeroporti per la verifica della motivazione legata al viaggio in questione – dice ancora la nota -. Una seconda casistica è quella dei turisti che dichiarano di recarsi in una meta europea, ad esempio Parigi, Francoforte o Amsterdam e da lì proseguono potenzialmente per qualsiasi destinazione in tutto il mondo. Anche di questo l’associazione ha acquisito evidenza probatoria”.

Nessun corridoio
Il tutta mentre nei numerosi incontri fra Astoi e il ministero degli Esteri è sempre stato negato l’assenso ad aperture di corridoi verso destinazioni Covid free o a basso impatto di contagi. Quindi, nessun corridoio è stato aperto, ma nessun controllo è stato effettuato: così chi ha voluto sfidare le norme ha viaggiato impunito, mentre le aziende del turismo sono rimaste ancora una volta a bocca asciutta.

Astoi ha quindi chiesto formalmente al Governo la creazione di un protocollo rigoroso e capillare da parte delle autorità di pubblica sicurezza in tutti gli aeroporti italiani, onde evitare che un transito europeo aggiri l’ostacolo. Inoltre, chiedono l’apertura di un tavolo di confronto a livello europeo volto a uniformare i comportamenti fra Paesi dell’Unione Europea, con l’obiettivo di limitare la diffusione del contagio fra i nostri connazionali ed impedire che vengano agevolati scali e vettori stranieri attraverso il traffico italiano.

“Ciò che immaginiamo possa trovare il più assoluto consenso da parte delle istituzioni è che le norme emanate debbano valere per tutti e non solo per le organizzazioni che, in modo serio e coscienzioso, vi si attengono – dice il presidente Astoi Confindustria Viaggi, Pier Ezhaya -. Ci chiediamo infatti a cosa sia servito il sacrificio di migliaia di tour operator e agenzie di viaggi che si sono astenuti dal vendere viaggi nel rispetto delle disposizioni emanate se poi, grazie ad un semplicissimo metodo ‘fai da te’, ogni italiano ha potuto recarsi in vacanza senza alcun problema. Abbiamo quindi chiesto ai ministeri di fornirci risposte chiare e concrete volte a confutare quel che sembra, purtroppo, inoppugnabile. Anche solo l’adozione tempestiva di misure di controllo o di provvedimenti che possano contrastare tali comportamenti aiuterebbe a far ritrovare la serenità agli operatori del settore, che stanno tutt’ora sopportando la crisi più feroce della loro storia, senza poter reagire nell’unico modo che conoscono, ovvero tornando a svolgere la propria attività”.


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