Le aziende turistiche crescono, le sedi si rimpiccioliscono

09/03/2023
13:06
 
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Dopo la pandemia, anziché licenziare, le aziende turistiche assumono. Anzi, non trovano abbastanza dipendenti. Più dipendenti, quindi sedi più grandi, quindi spazi più ampi per ospitarli. E invece no.

“Raddoppieremo il fatturato, cresciamo come numero di dipendenti, ma diminuiamo gli spazi” dichiara Guy Luongo, ceo di Ixpira, inaugurando la nuova sede romana, 150 mq (meno di prima) e 26 postazioni lavoro (più di prima). Spiazzando non poco i media presenti, perché una volta l’assioma “sede grande = grande fatturato” non era in discussione. Chi c’era, ricorda ancora quando la sede cuneese di Alpitour o quella milanese di Viaggi del Ventaglio sfondò il tetto dei 300 dipendenti: erano i mitici anni ‘80/’90 e tutti (tutti, dal fattorino al fondatore) entravano in sede al mattino e ne uscivano la sera. A timbrare il cartellino si formava la coda.

Se oggi le sedi si rimpiccioliscono, al crescere del fatturato, le motivazioni sono tre. Con una contro-indicazione.

1. La pandemia ha sdoganato il lavoro da casa e non si torna più indietro. Premesso che “il temine ‘smart working’ non esiste in inglese e non significa nulla” (Luongo dixit) il lavoro da casa / a distanza / telelavoro è stato uno dei pochi lasciti positivi della pandemia 2020/2021. Le aziende hanno capito che determinati profili possono lavorare bene, e forse meglio, se in sede ci vengono poco. Amministrazione, controllo e finanza, per dirne una. Ma anche i commerciali, visto che tutto il tempo che sprecavano per recarsi in sede, dai quattro angoli d’Italia, ora lo impiegano per visitare i clienti. Lap top e fibra, da casa, vuol dire una postazione fissa in meno, in sede. Oppure una condivisa in due, o in tre, o in quanti ti pare.  

2. Cloud e videoconferenze hanno ucciso le riunioni. Lo scrivevo tre anni fa, quando tutto cominciò: “Ci voleva il virus per eliminare un male atavico delle imprese italiane: la ‘riunione coatta’, quella convocata dal ceo due ore prima (alle 18.00 del venerdì, per vedere chi c’è) o il ‘comitato di direzione’ di tutti i lunedì alle 11.00”. Teams, Zoom & C. hanno eliminato il problema, anche se ne hanno prodotti altri, ma non è questa la sede. “É il cloud che ci ha cambiato la vita” rivela Marco Paghera, managing director di Ixpira: “Nella sede precedente il Ced (chissà se si chiama ancora così - ndr) occupava una stanza intera e servivano risorse apposite per gestirlo. Oggi abbiamo tutto in cloud e i dati che ci servono ci vengono letteralmente sparati attraverso un cubo: in sede, a casa o sullo smartphone, mentre aspetti tuo figlio che esca da scuola, non fa alcuna differenza”.  

3. Delegare e delocalizzare, questo è il new normal. Ixpira ha scelto, e non è la sola, di assegnare le attività principali a team diversi: a capo dei quali un senior, con grande esperienza e professionalità, forma e accompagna una serie di junior. Quando i junior saranno autonomi, è evidente che - in quanto Millennials e Gen Z -  saranno propensi a lavorare da casa. I Baby Boomers, nativi analogici, meno: ma tra dieci anni il problema si risolverà da solo, perché saranno tutti in pensione. Delocalizzare le attività non strategiche: Ixpira ha una sede a Tirana e dodici dipendenti che si occupano di amministrazione. Faccio un’affermazione NON politically correct, ma condivisa da tutti: un amministrativo italiano ne vale due albanesi. Embè?! Tre albanesi costano quanto un italiano.

4. Più dipendenti e sedi più piccole, ma non vale per tutti. Prendiamo il classico tour operator che lavora su misura, per il quale il lavoro a distanza NON può funzionare.  Michele Serra di Mistral e Danilo Curzi di Idee per Viaggiare, Andrea Mele di Viaggi del Mappamondo e Luca Buonpensiere di Glamour non possono lavorare da casa. Lo scambio, il confronto, la condivisione sono la ragion d’essere della loro azienda: un nuovo villaggio, una nuova catena charter, una nuova destinazione non nascono per telefono. In compenso, Guy Luongo - che fa un altro mestiere - può: “Il mio ufficio? Nella vecchia sede ce l’avevo. Qui no”.


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