Un'avventura lunga 25 anni terminata con un triste epilogo. Jalel Hebara e Sprintours, la sua creatura, hanno cavalcato oltre due decenni di primavere del turismo italiano, recitando spesso un ruolo determinante, per numeri, fatturato e prese di posizione anche all'interno delle associazioni di categoria.
La parola fine alla storia dell'azienda era stata messa lo scorso anno, prima dell'arrivo dell'alta stagione quando il presidente Hebara si è visto costretto ad annunciare lo stato di liquidazione del tour operator. Troppo duri i colpi ricevuti dalla crisi in Nord Africa, area di riferimento nella programmazione del t.o., ai quali si è unito il prolungamento della crisi economica che ha messo sotto stress i margini del settore turistico, dalle agenzie alle compagnie aeree, condizionando inevitabilmente i rapporti all'interno della filiera.
Hebara ha scelto un'uscita di scena in grande stile però, impugnando la penna e scrivendo direttamente alle agenzie, motivando la decisione del blocco delle operazioni e rammaricandosi per l'abbandono. Nonostante le difficoltà, Hebara non ha lesinanto il supporto alle adv, garantendo i rimborsi per le pratiche avviate e impegnandosi a lasciare nell'immaginario di colleghi e partner un ricordo positivo.
Un'immagine di un'azienda che nel corso della sua storia era arrivata a collaborare con circa 7mila agenzie, 400 delle quali 'top partner', arrivando a generare un fatturato di 100 milioni di euro.
La vicenda di Sprintours si è poi spostata in sede legale, con la pratica in mano allo studio guidato da Livio Perri, nominato dal Tribunale Civile di Roma, curatore fallimentare. Lo scorso autunno le domande dei creditori pervenute allo studio legale ammontavano a più di 100 ma lo stesso curatore fallimentare metteva in preventivo che queste potessero aumentare di numero. Riserbo assoluto invece sull'ammontare del debito complessivo richiesto dai creditori.
