Roci: "I t.o.
rispondono
alla crisi"

di Remo Vangelista
27/09/2012
10:30
Leggi anche: mario roci, Settemari

"Stiamo lottando e vogliamo superare questa fase negativa. Ne abbiamo passate tante e la voglia di dare battaglia non è ancora finita".

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Mario Roci, presidente di Settemari, vuole rispondere al nostro editoriale 'Salvate il soldato tour operator', perché "quell'articolo è servito a smuovere le cose e aprire il dialogo. Ora vanno chiarite bene le posizioni e ci tengo a spiegare che non siamo fermi e sappiamo bene che il comparto deve cambiare".

Prego, da dove vuole iniziare?
Dal fatto che sono cambiate le abitudini dei consumatori e di questo bisogna tenerne conto. Serve una revisione dell'attività mantenendo il trade al centro. Come seconda cosa è importante rimarcare il fatto che non manca il prodotto in agenzia. Piuttosto mancano i clienti.

Quindi agenzie sempre fondamentali?
Ci mancherebbe, mai detto il contrario. Il rapporto non va messo in dubbio perché noi operatori siamo legati alla distribuzione. Qualcuno dei colleghi ha provato altre strade, ma tutto ruota sempre attorno alle adv.

Anche se qualche network gioca a fare il tour operator?
Ma non ci spaventiamo per questo. Sì, forse qualche gruppo ha giustamente pensato di dotarsi di una struttura produttiva ma non cambia le cose. Piuttosto dobbiamo pensare al mercato che ormai si è diviso in maniera netta.

Spieghi meglio.
Possiamo senz'altro dire che si rafforza quel segmento che chiede un letto, un trasporto e un prezzo. Vanno sui motori di ricerca e trovano tutto quello che vogliono. Però esiste ancora una fetta consistente che cerca prodotto, servizio, consulenza e ancora oggi è disposta a spendere qualcosa in più.

Quindi tour operator ancora decisivi?
Ma certo, perché noi conosciamo la destinazione. Per questo Settemari ha immesso sul mercato il prezzo dinamico per rispondere a certe esigenze della domanda.

La sua azienda lavora ancora con 5mila agenzie e distribuisce vagonate di cataloghi. Troppi?
Noi seguiamo la distribuzione con attenzione e verifichiamo i risultati. Piuttosto sui cataloghi mi sono domandato se è necessario stampare ancora tanta carta. Su certe destinazioni non conviene.

Quali destinazioni?
Penso all'area generalista che può essere aggiornata sul web. Mentre per i villaggi servono ancora i cataloghi.

Deluso dall'andamento sulla Grecia?
Abbiamo subito un calo del fatturato e non lo nascondo, ma la ripresa del Nord Africa ci ha permesso di respirare.

Esercizio da dimenticare?
Contiamo di chiudere con un giro d'affari di 100 milioni in linea con il 2011. Mi lasci vedere l'andamento degli ultimi mesi e ne riparliamo.

I prezzi low cost non lasciano spazio a pensieri positivi.
Se si riferisce alla marginalità sarà bene fare i conti a fine stagione. Ma non bisogna dimenticare che l'invenduto fa più male che i prezzi stracciati.

È vero che state cercando di trattare nuove condizioni con i vettori charter?
Bisogna scalfire questa maniera rigida di gestire i trasporti e mi pare che vi sia disponibilità da parte delle compagnie aeree. Il modello 7/14 giorni va cambiato perché un certo tipo di clientela non c'è più. Stiamo cercando strade alternative. Lo vede che non siamo fermi.

Twitter @removangelista

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