Il dietro le quinte
del destino
dei tour operator

di Remo Vangelista
06/02/2013
14:20

I corridoi non mentono. Mai. Piuttosto esagerano nel rilanciare notizie, ma alla lunga hanno sempre ragione.

Pubblicità

Così prima della tavola rotonda TTG sul destino dei tour operator filtrano alcune indiscrezioni e in tanti si chiedono come andranno a finire alcune partite. Perché tra le offerte ancora segrete per Valtur e il piano riorganizzativo di Hotelplan ci sarà ancora molto da dire.

Luca Battifora, alla sua prima uscita ufficiale come d.g. di Hotelplan, prova a rimanere abbottonato e sorride alle domande che arrivano puntuali, mentre Rispoli prende tempo e rimanda tutti ai commissari (che saranno anche loro stanchi di questa lunga procedura…).

La parola “Destino”, al centro del nostro incontro nella redazione milanese, stimola qualcuno dei presenti a buttare qualche battuta sul corridoio già menzionato e trafficato.

Per altri invece si vuole forzare la mano, perché la situazione del comparto non è tragica come in alcuni casi viene descritta. Ma neppure rosea e brillante come viene invece raccontata da alcuni comunicati aziendali che, in tutta onestà, qualche volta sarebbe meglio tenere nel cassetto.

All’interno della sala dove si svolge la tavola rotonda vi sono manager diversi per curriculum, posizione e personalità. Questo permette un sano mix tra chi prende atto della fine di un ciclo e chi spera che nulla cambi (o quasi). Posizioni rispettabili che proviamo in qualche modo a raccontare di seguito con spunti e battute che forse descrivono meglio di tante fotografie cosa è emerso dal meeting e cosa è rimasto chiuso in cassaforte.

“Molti di noi rimpiangono il passato, ma credo sia ora di capire se diamo ancora qualcosa di unico e vero”. Lo dice Michele Serra, signore torinese che guida il Quality Group, uno che senza alcun problema sostiene che questi pensieri gli vengono al mattino quando alza la serranda.

Pensieri che corrono sempre al fianco di Angelo Cartelli, direttore commerciale di Eden, che racconta come la vecchia e cara onda delle vendite estive “non esiste più. La tavola da surf è finita in cantina e dobbiamo ripartire dal cliente. E soprattutto bisogna tenere bene a mente che l’agente di viaggi è il nostro primo cliente. Aiutiamolo prima di lamentarci”.

“Forse il peccato originale è stato non spiegare bene il vero valore del  prodotto”. Così Stefano Cerrato, uomo di numeri che guida Kuoni. Poi sollecitato dalla discussione aggiunge che “a volte sono state costruite campagne utilizzando previsioni di crescita fantasiose. Troppo dumping e tanta confusione sul pricing. Meno volumi e più redditività e ci siamo arrivati dopo schianti eccellenti”. Una visione fredda ma che non lascia spazio a repliche.

Ma è sempre l’offerta che scatena la discussione perché “abbiamo banalizzato il prodotto, - rimarca Battifora di Hotelplan - ora serve anche un’evoluzione culturale del settore. Tutti, dalla distribuzione alla produzione. Senza muro contro muro ma con la voglia di mettersi in discussione”.

La crisi però ha lasciato per strada nomi noti e altri meno, ma Davide Catania di Alidays sostiene che “la pulizia non mi sembra sia avvenuta del tutto. Se guardiamo ad altri mercati europei ci rendiamo conto che i nostri numeri sono superiori”. Un attimo di silenzio e poi ad una nostra domanda precisa sulla redditività si nota subito la voglia di mettersi in gioco perché Pier Ezhaya, direttore commerciale di Alpitour, ammette che i t.o. “producono a costi alti. Una soluzione potrebbe essere aumentare il coefficiente di produttività con economie di scala, perché oggi, l’intermediazione guadagna più di chi produce, è un’anomalia”.

Per Rispoli di Valtur “ai tour operator resta una sola arma, il prodotto”. Magari pensando a qualcosa di nuovo perché Massimo Zanon, direttore commerciale Igv, ammette: “Il nostro settore ha sempre inseguito i cambiamenti, non li ha mai anticipati”.

Non è facile cambiare in corsa sostiene invece il presidente di Settemari Mario Roci che avverte: “Nel fare il pricing dobbiamo sempre tenere conto di quello che dice la contabilità. Altrimenti sono guai”. In chiusura si parla di charter che arretrano e destinazioni in apnea e Giuseppe Sergnese, alla guida di Marevero, non lascia spazio a fasi di ripresa “perché il modello attuale dei vettori charter non va più bene. Ormai è chiaro a tutti che le compagnie di linea sono più flessibili”. Difficile dargli torto.

twitter @removangelista

Leggi tutta la cronaca della tavola rotonda di TTG realizzata in diretta via web e guarda la fotogallery dell'evento sulla nostra pagina Facebook


TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA

Commenti di Facebook