"Siamo diventati sempre più venditori di pacchetti": Renato Martellotti (nella foto), presidente di InViaggi, traccia la rotta del tour operating italiano.
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Tra oscillazioni di mercato, crisi economica e instabilità politica, il manager non si scompone: "Ormai più nessuno fa il prodotto generalista - spiega -, bisogna uscire dagli schemi e puntare sulla vacanza italiana".
Questa è la ricetta che InViaggi ha scelto di seguire: fare dello stile made in Italy una risorsa su cui puntare, soprattutto in tempi difficili. Il che significa investire sui servizi, dal food&beverage all'animazione, senza trascurare la qualità delle strutture alberghiere.
Villaggi in primo piano
Il futuro del tour operator di Terni sarà sempre più focalizzato sul fronte della villaggistica, a partire dai ponti primaverili fino alla stagione estiva. Spagna, Grecia e Tunisia sul medio raggio e Thailandia sul long haul saranno le direttrici dei mesi caldi, ma il fronte rimane aperto anche sulla questione Egitto.
Nonostante il warning della Farnesina sulla penisola del Sinai, infatti, le prospettive al momento sono tutte positive: "Sharm a Pasqua era sold out già alla fine di febbraio e al momento non c'è una sola cancellazione per il mese di aprile", commenta il Presidente.
Le prospettive per l'alta stagione
Il mercato inizia a muoversi e, anche grazie alle politiche di advance booking messe in campo dal t.o., i mesi di giugno e luglio per InViaggi stanno già fatturando: "Riceviamo moltissime soddisfazioni dalla Tunisia - conferma Masserotti -, al momento sta registrando numeri molto simili a quella della Grecia".
Merito di una spending review che l'operatore ha saputo ben calibrare al proprio interno, tagliando destinazioni poco redditive e investendo sull'aspetto commerciale: "Abbiamo introdotto due nuovi commerciali in Lombardia e Lazio - sottolinea il manager - e attivato una politica di acconto sui pacchetti estivi del 25 anziché del 50 per cento".
