Olivero:
"Così finisce
la breve storia
di Seven Worlds"

08/05/2014
17:10

"Il fallimento di Seven Worlds rappresenta in qualche modo il fallimento di buona parte della mia vita professionale. Gli sforzi, i progetti, l’entusiasmo e le speranze riposte 3 anni fa in questo meraviglioso progetto si sono viste inesorabilmente infrangere sulla scrivania di un curatore fallimentare". Con queste parole, affidate a un comunicato stampa, Mauro Olivero commenta la chiusura del tour operator da lui guidato.

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"Ho da sempre, oltre 30 anni, affrontato la materia turistica e gestito il mio lavoro in modo serio, professionale e rigoroso – prosegue -. Almeno fino a quando la situazione me lo ha permesso. Poi ho dovuto cercare di arginare una falla immensa con un tappo di sughero e alla fine ho ceduto. Non intendo oggi nascondermi dietro un muro di silenzio omertoso". E aggiunge: "Ho solo dovuto attendere che gli aspetti legali fossero risolti prima di dare delle spiegazioni al mercato che oggi ritengo doverose".

Per quanto riguarda le pratiche in essere del tour operator al momento del fallimento, Olivero precisa: "Alla sospensione delle operazioni avevamo circa 30 pratiche in atto che abbiamo cercato di sistemare nella maniera più corretta possibile e per quanto ci fosse concesso dalla legge. Fra meno di 10 comportano acconti che sono adesso trattati dal curatore fallimentare. Il resto è stato onorato. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio per non causare danno a nessuno".

A proposito delle cause che hanno portato alla fine dell'avventura dell'operatore, il manager afferma ancora: "Il fallimento di Seven Worlds è certamente da ascrivere all’evidente situazione difficile del settore che, ingenuamente, pensavo si riprendesse più velocemente. Ma anche ad altri fattori decisivi: all’uscita da una situazione forte e condivisa, per ricominciare da capo, da solo, proprio nel periodo peggiore dell’economia turistica del nostro Paese; all’errore più grande di non cercare fin da subito una collaborazione con altri colleghi cosa fatta in questi ultimi tempi quando ormai era troppo tardi e infine, alle mie indubbie ingenuità gestionali. Non mi sottraggo a tutto questo".

E conclude: "Così finisce ingloriosamente la breve storia di Seven Worlds che pagando fino all’ultimo per gli errori fatti non deve però subire il vile attacco di chi non sa e non ha vissuto. Io Mauro Oliviero, che per oltre metà della mia vita ho vissuto di e con questo settore, al quale ho cercato di portare la conoscenza e la passione mia più grande, quella per la terra e per la gente di Argentina e Sud America, oggi non mi sento ancora finito".


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