Tesoretto in agenzia
L'occasione
del low cost

di Francesco Zucco
29/10/2014
10:18
Leggi anche: Ryanair, Low cost, easyJet

Il mondo low cost e quello agenziale non sono più così distanti, questo ormai è un dato di fatto.

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Anche l’ultimo baluardo (quello di Ryanair) è caduto, e la compagnia di Michael O’Leary ha fatto il suo debutto sui sistemi gds, ovvero nei punti vendita fisici.

Ma quanto vale il tesoretto low cost? Partite qualche tempo fa come pioniere, le compagnie a basso costo nell’ultimo decennio hanno scalato i mercati di tutto il mondo, fino a costringere le major a rivedere i propri business model per restare competitive. I numeri, del resto, lasciano poco spazio all’immaginazione: le no frills non possono essere considerate un fenomeno folcloristico, ma una delle realtà più vitali del settore turistico. Con cifre di tutto rispetto che le fanno competere direttamente con gli storici big del trasporto aereo.

A fornire dati e numeri del settore ci ha pensato il Travel Technology Day, l’evento organizzato da Amadeus nel corso del TTG Incontri che si è tenuto nelle scorse settimane a Rimini. Dati alla mano, i vari patti delle low cost con le agenzie di viaggi mettono a disposizione di queste ultime un bacino di utenza tutt’altro che trascurabile.

Significativo, a questo proposito, il market share dei vettori low cost: se la media europea si attesta al 27 per cento, in Italia la quota di mercato raggiunge i 49 punti percentuali, piazzandosi al 4° posto dopo Regno Unito (57 per cento), Spagna (53 per cento) e Polonia (50 per cento).

I motivi di un tale peso del low fare sul mercato della Penisola è facile da trovare: le rotte nazionali sono ormai appannaggio dei vettori a basso costo, cui le recenti evoluzioni di mercato hanno lasciato campo libero. L’Italia, del resto, può vantare poche realtà solide nel campo del trasporto aereo e la fluidità del modello no frills ha consentito a questo tipo di compagnie di conquistare rapidamente spazi.

Anche la classifica dei principali vettori operanti nei confini nazionali parla chiaro: se al primo posto si piazza Alitalia (con 23.993.486 pax), la testa di serie è tallonata da vicino da Ryanair, con 23.041.752 pax. Segue l’altro gigante europeo del low cost, easyJet, con 12.426.485 viaggiatori. La restante parte della top ten prosegue ben staccata dal podio, dal momento che la quarta classificata, Lufthansa, si ferma a quota 4.961.595 passeggeri.

Insomma, parlando di trasporto aereo in Italia non ci si può esimere dal trattare con le low cost. E i vettori stessi hanno dimostrato di volersi impegnare a fondo sul mercato della Penisola, anche andando a caccia di agenzie.

I dati sull’offerta di posti e tratte a livello europeo non fa che confermare tutto questo: nel Vecchio Continente l’Italia si piazza al secondo posto, con un totale di 772.569 posti e 610 rotte alla settimana. Meglio di lei fa solo uno dei principali centri di smistamento dei big del low fare, quella Gran Bretagna che ha dato i natali a easyJet e che, con Stansted, fa da hub a Ryanair: con la cifra record di 962.223 posti disponibili e 845 rotte, il mercato Uk mantiene infatti la vetta della classifica.

Le stesse Ryanair ed easyJet, del resto, mantengono saldo lo scettro di low cost più attive in Europa, la prima con 1.413.820 posti offerti e 1.587 rotte, la seconda con 982.458 posti e 890 tratte.

Anche sul fronte degli aeroporti l’Italia sfoggia cifre di tutto rispetto: nella classifica degli scali per offerta di posti low cost, Malpensa si piazza al 9°posto in Europa, Fiumicino al 12° e Bergamo al 13°.

Le low fare, dunque, hanno tutti i numeri per competere. E le agenzie, come dimostrano le mosse dei vettori, sono della partita.

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