easyJet attacca
Roma Fiumicino
“Ecco perché
togliamo la base"

di Rita Pucci
19/06/2015
11:03

Eccesso di offerta su Roma Fiumicino, costi operativi troppo alti e scarsa redditività degli investimenti. Sono queste le ragioni che hanno portato easyJet alla decisione di rinunciare alla base laziale.

Il vettore low cost ha annunciato una forte revisione di piani sull’Italia da aprile 2016, coincidente con l’avvio di una nuova base a Venezia e una crescita degli investimenti a Milano e Napoli. Redistribuendo in modo massiccio gli aeromobili - 29 in tutto quelli basati nel Belpaese - e gli equipaggi sugli scali della Penisola.

Saranno quattro, dunque, gli aerei che la low cost britannica posizionerà sul piazzale della Laguna dalla prossima primavera. Questa mossa arriva a pochi giorni dalla notizia della possibile alleanza tra la stessa easyJet e il colosso di Dubai Emirates, che proprio su Venezia ha deciso di incrementare la capacità.

“L’Italia è un mercato strategico per easyJet – ha ribadito Carolyn McCall, ceo di easyJet, attraverso una nota – e i nostri piani per il 2016 ci consentiranno di aumentare la presenza a Milano, Napoli e Venezia, aree in cui riteniamo ci siano maggiori opportunità di crescita sostenibile di lungo periodo”.

La continuità delle operazioni da Roma Fco viene comunque garantita: “Continueremo ad assicurare collegamenti tra Roma e il network europeo, ma in una modalità più in linea con le esigenze dei passeggeri”

Non manca infatti la nota polemica, legata alla difficoltà delle operazioni su Fco anche a seguito delle conseguenze dell’incendio, avvenuto lo scorso 7 maggio, che tengono sotto scacco il Leonardo da Vinci; un aspetto su cui anche il direttore per l’Italia Frances Ouseley nei giorni scorsi aveva puntato il dito.

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“La base di Roma genera ritorni inferiori alle altre basi easyJet – si legge nel documento diffuso ieri -. Il peggioramento dei risultati di Roma Fco deriva da elevati costi aeroportuali, più che raddoppiati dal 2012, e soggetti a ulteriori aumenti nei prossimi anni”.

Non è tenera la low cost guidata da McCall sull’evidenziare le difficoltà del primo scalo aeroportuale italiano: “L’aeroporto di Fco fornisce un’esperienza di viaggio povera – si legge infatti nel documento -, con conseguenze negative sui livelli di puntualità e soddisfazione dei clienti, all’interno di un trend in deterioramento a causa dei livelli eccessivi di crescite di capacità”.

In ogni caso, le stime di traffico sul Da Vinci continuano a essere consistenti: l’anno prossimo le previsioni sono di movimentare circa 2 milioni di pax con collegamenti dalle altre basi europee.


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