Conference call e petrolio, gli strani competitor del business travel

di Lino Vuotto
15/03/2016
16:06
Leggi anche: Business travel

E la nave va. Magari non a gonfie vele, magari non in maniera regolare, con qualche inevitabile intoppo, anche inaspettato: ma va, funziona, e rappresenta una sicurezza in un mercato del turismo in generale quotidianamente in lotta con eventi imprevedibili.  

Pubblicità

Il business travel italiano sembra attraversare un momento che, se non si può definire di stato di grazia, è perlomeno di quiete. È questo il clima che si respira nei saloni dell’Hotel Principi di Savoia di Milano, dove i principali attori del comparto sono stati chiamati a raccolta per la terza edizione dei Italian Mission Awards.

La fotografia di Amadeus
“Il segmento è reduce da un buon anno – traccia un quadro della situazione Gabriele Rispoli, direttore commerciale di Amadeus Italia, che nella sua funzione di gds riesce ad avere un polso più ampio del mercato – e sta crescendo ancora. Questa situazione deriva da un forte fermento in particolare delle piccole e medie imprese, che guardano all’estero per incrementare il loro business. E gli spostamenti di lavoro aumentano”.

Una situazione che sta avendo ripercussioni ovviamente sul trasporto aereo, che non può che guardare con favore a un andamento positivo del segmento più remunerativo. Ma proprio in questo settore emergono tanti distinguo. “Dobbiamo farei conti con una forte concorrenza che sta rosicchiando quote di mercato – esordisce Alexander D’Orsogna, country manager Italia di Vueling -: la questione dei treni non è ormai un segreto per nessuno nelle rotte interne. E poi ci sono le conferenze call: loro sì che sono grandi competitor”.

L'Alta velocità
In casa Meridiana la questione della concorrenza dell’Alta Velocità trova le sue conferme, “ma solo su alcune rotte – aggiunge Andrea Andorno, direttore commerciale -. Noi che operiamo sulla Sardegna abbiamo un bacino che non ha alternative. Però in linea generale il trend è positivo”.

Curiosa e anomala la situazione delle compagnie del Golfo che operano sulla Penisola. I ‘maestri’ delle classi premium e del business travel d’elite si trovano a dovere fare i conti con un’anomalia per certi versi clamorosa: se il calo del petrolio ha dato fiato ai conti, ha dato al contempo un duro colpo al segmento di alto livello. “I principali clienti di questo tipo – spiega Morena Bronzetti, country manager Qatar Airways Italia – fanno parte dell’industria petrolifera. Con il calo del petrolio e del business ad esso collegato sono arrivati i tagli anche sui viaggi in genere e in business in particolare”.

Occasione States
“È una situazione fisiologica – gli fa eco Fabio Lazzerini, country manager Italia di Emirates – che sta incidendo, anche se non a livelli eccezionali. Per quanto ci riguarda stiamo compensando con il boom della domanda sugli States e riusciamo ad avere un risultato positivo. Inoltre se è vero che molte aziende stanno ormai optando per i viaggi in economy, nel settore del lusso, che sta funzionando alla grande, è aumentata la richiesta della prima classe”.

A confermare che l’America sta dando una discreta mano anche Patrizia Ribaga, direttore commerciale Italia di Delta: “La domanda resta forte ed è anche per questo che continuiamo a investire sui prodotti per queste classi”.

Leggi anche: Business travel

TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA

Commenti di Facebook