Aereo in ritardo,
la Cassazione:
per il rimborso
non servono prove

24/01/2018
09:57
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Basta un biglietto aereo e la dichiarazione del ritardo del volo corrispondente per ottenere il rimborso dovuto dalla compagnia. Ad affermarlo è una sentenza della Corte di Cassazione che, secondo quanto riporta ilmessaggero.it stabilisce che dovrà essere il vettore stesso a dimostrare che il volo in questione è atterrato in orario.

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In sostanza, l’onere della prova in caso di ritardo del volo spetta alla compagnia aerea e non al passeggero che chiede il rimborso.

La motivazione
Il motivo, in realtà, è abbastanza intuitivo: come scrivono i giudici, “mentre il passeggero di regola non ha disponibilità di una prova diretta del ritardo dell’aeromobile si cui viaggiava”, la compagnia aerea “che opera in regime di controllore e verifica” ha invece “agevole facilità di accesso alla prova ufficiale dell’orario esatto in cui il velivolo è atterrato”.

Gli ermellini hanno dunque ribaltato la sentenza del Tribunale, che invece aveva negato il rimborso al passeggero: il caso specifico si riferiva a un collegamento Berlino-Roma che aveva registrato 4 ore di ritardo il 23 dicembre del 2009.

Per richiede il danno, ha stabilito la Cassazione, il passeggero “deve produrre il titolo o il biglietto di viaggio, o altra prova equipollente, potendosi poi limitare alla mera allegazione dell'inadempimento del vettore”.

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