Quando diventare
hub di un vettore
non è impresa facile:
il caso Torino Caselle

22/10/2019
08:04
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I dati parlano chiaro: in un anno in cui il trasporto aereo della Penisola può vantare scali con numeri ancora in crescita, per l’aeroporto di Torino il 2019 viaggia ancora con il segno meno e tra quelli di una certa dimensione solo Pisa ha fatto peggio. Ma il lavoro per invertire la tendenza va avanti e qualcosa all’orizzonte sembra muoversi.

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L’amministratore delegato della Sagat Andrea Andorno, arrivato a Caselle da qualche mese, ha trovato una non facile eredità: in un contesto in cui gli investimenti dei vettori sono particolarmente oculati, il Pertini ha visto l’unica compagnia basata, Blue Air, ridurre i voli per la stagione estiva. Il manager, in occasione della presentazione della summer 2020 di Volotea  a Torino, non si nasconde. Ma rilancia: “I vettori come Volotea sono quelli che ci danno fiducia. Piccoli passi e grandi risultati, come conferma il +49 per cento di passeggeri nel 2019”.

Le difficoltà
Ma per invertire il trend serve (anche) qualcos’altro: una compagnia di un certo peso che scelga di rilanciare lo scalo posizionando i suoi aerei sullo scalo. Tema su cui la stessa Volotea nn tiene chiusa la porta ma chiarisce: “Per il prossimo anno siamo al completo”.  Andorno spiega: “Abbiamo aperto il dialogo con tutte le compagnie che possano fare la differenza, ci sono trattative in corso e ci sono vettori interessanti che stanno crescendo bene”. Riferimento a Wizz Air, verosimilmente. Ma la strada appare non facile, anche con i soliti noti come Ryanair o easyJet: la prima deve sbloccare la questione B737 Max, la seconda ha il punto di forza nella troppo vicina Malpensa. “Stiamo lavorando, sono fiducioso”, conclude.

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