Alitalia: adesso
il piano B non è più
solo un’ipotesi

di Lino Vuotto
16/04/2021
08:38
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Come in un film già visto più volte. La situazione del passaggio di Alitalia a Ita non si sblocca e, per un motivo o per l’altro, come già avvenuto in passato, per la rinascita della compagnia bisognerà pensare al gol in zona Cesarini. Sempre che il Var non scompigli tutto e scopra un fuorigioco millimetrico sfuggito all’arbitro e agli occhi dei più.

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Il braccio di ferro tra il Governo italiano e la Commissione europea, nonostante le temporanee rassicurazioni seguite da dichiarazioni a denti stretti, va avanti senza tregua e in sede Ue non sembra che si voglia arretrare di un millimetro su temi quali slot da cedere, brand da abbandonare, gare ufficiali da fare per il passaggio, in particolare, del ramo aviation.

I competitor
E intanto il tempo passa e quando i competitor, se tutto va come si spera, staranno alzando il giro dei motori, Alitalia rischia di essere relegata in un angolino con le casse ormai esangui, come stanno sperimentando sulla loro pelle (o sarebbe meglio dire sui loro stipendi) i dipendenti di ogni settore.

Cosa potrebbe succedere
Ecco allora che nei piani alti del Governo il termine Piano B inizia a risuonare più volte e con sempre maggiore insistenza. Al di là delle dichiarazioni istituzionali di rassicurazione e di conciliazione con la Commissione europea, il titolare del Mise Giancarlo Giorgetti non fa ormai più mistero del fatto che tutto è pronto per procedere con la seconda opzione e varare la nuova compagnia con o senza il via libera della Ue, a costo di andare allo scontro frontale. Come? Affittando i rami di azienda di Alitalia – aviation, handling e manutenzione – a Ita in base allo statuto stilato per la nuova società controllata dallo Stato. A meno di nuovi colpi di scena o altre sorprese al fotofinish, cose che con Alitalia sono sempre all’ordine del giorno.

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