Willie Walsh
ha visto cose
che noi esseri umani…

di Lino Vuotto
15/07/2022
08:03
 

“Che cosa ridicola da parte di un aeroporto dire a una compagnia aerea: smettetela di vendere biglietti!”. Chissà se Willie Walsh, lasciando la guida di Iag, il gruppo che controlla British (di cui è stato ceo), Aer Lingus (di cui è stato ceo), Vueling e Iberia, si aspettava di trovarsi invischiato in un ginepraio fatto di pandemia, crisi economica, conflitto in Ucraina, caro carburante, carenza di personale. Magari sognava un ruolo istituzionale molto più soft e invece si è ritrovato in trincea ogni giorno ad affrontare e cercare di risolvere problemi che invece che svanire man mano sembrano moltiplicarsi.

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Willie Walsh da Dublino nel suo curriculum mostra una carriera in cui la parola facile può tranquillamente essere messa al bando. Il suo primo incarico di top management, quando sale alla guida di Aer Lingus, risale all’ottobre del 2001, ovvero in uno dei momenti più difficili del vettore irlandese e un mese dopo l’attacco alle Torri Gemelle, che generò uno stop prolungato ai viaggi tra Europa e Stati Uniti. Praticamente il core business di Aer Lingus. Ma c’è di più. Il suo mandato coincide con gli anni della prima ascesa della futura numero uno europea, Ryanair. Sempre da Dublino.

Nel 2005 arriva poi il cambio di casacca che segnerà il clou della sua carriera con il passaggio alla guida di British Airways. E qui dopo i primi anni di assestamento, emergono le sue doti manageriali. E anche quelle di grande provocatore. Doti che in pieno caos voli per le eruzioni vulcaniche in Islanda lo portarono a dire: “Un gran casino per un rischio minimo”. Doti che l’anno dopo, il 2011, gli fecero avere l’intuizione e la forza di lasciare da parte l’orgoglio british per creare un gruppo forte in grado di contrastare Air France-Klm e Lufthansa & co, con la nascita di Iag e l’aggregazione con Iberia, Vueling e, a seguire, la stessa Aer Lingus.

Nel decennio seguente non risparmia critiche a nessuno e le sue esternazioni riempiono le cronache del settore parallelamente alla crescita del gruppo, portato a una solidità finanziaria senza precedenti. Un’altra versione di Michael O’Leary, rigorosamente non low cost. Fino al colpo di scena del 2020: in piena pandemia conferma la sua uscita di scena e viene ingaggiato dalla Iata. Ma la pensione non fa per lui e inizia una seconda vita fatta di battaglie per tutto il settore, sempre senza peli sulla lingua, e diventa un punto di riferimento irrinunciabile.

Willie Walsh da Dublino farà parlare ancora di sé, c’è da esserne certi. Ma ancora non riesce a capacitarsi che potesse arrivare un giorno in cui un aeroporto come Heathrow potesse chiedere alle compagnie aeree di non vendere più biglietti. E scrollando la testa ripete: “Ma è ridicolo!”.


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