Vettori ed ecofuel, l’allarme di Airbus: “Il Saf è poco e costa troppo”

16/03/2023
11:30
 

La transizione ecologica del trasporto aereo è una delle sfide più impegnative dei prossimi anni. E sebbene la Iata abbia fissato per il settore l’obiettivo del NetZero entro il 2050 e l’Ue abbia avviato il programma di decarbonizzazione RefuelEu, nell’ambito del Fit for 55, la strada è lunga e tortuosa. I passi da fare sono ancora molti per ridurre l’impronta ambientale dei vettori e le risorse alternative sarebbero ancora insufficienti e troppo costose. A partire dal Saf (Sustainable Aviation Fuel), il nuovo carburante sostenibile che dovrebbe andare gradualmente a sostituire il Jet A, a base fossile, usato fino a oggi.

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A lanciare l’allarme è Airbus, secondo cui la scarsezza della risorsa potrebbe compromettere il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Iata per il 2050. Stando al costruttore anche i big player del comparto, disposti a pagare di più, starebbero trovando non poche difficoltà nel reperimento di quantità sufficienti di Saf.

Come riporta simpleflying.com, intervenendo all’Arab Aviation Summit a Dubai, il presidente di Airbus per l'Africa e il Medio Oriente, Mikail Houari, avrebbe detto senza mezzi termini che le quantità di carburante sostenibile attualmente disponibili sono “noccioline”, messe sul mercato a un “costo folle”.

Ciò comporta che, sebbene i costruttori stiano testando aerei alimentati al 100% dal Saf, gli aeromobili vengono certificati per operare solo con il 50% di Saf, per poi volare, nei fatti, con una media del 30%. Una percentuale decisamente lontana dagli obiettivi fissati.


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