Ita-Lufthansa, l’Ue rinvia
La strada resta in salita

di Lino Vuotto
24/01/2024
08:21
 

Si va ai tempi supplementari, nella speranza che non serva anche la roulette dei calci di rigore. L’estremo tentativo di convincere da subito l’Antitrust Ue sulle intenzioni, da parte di Lufthansa e Ita, e venire incontro alle richieste in materia di slot e predominanza su alcune rotte non è andato a buon fine e, anzi, l’organo di controllo sulla concorrenza ha deciso di non aspettare la scadenza del 29 gennaio e procedere da subito al supplemento di indagine, con una deadline fissata al 6 giugno.

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Nonostante il mercato stia spingendo verso un consolidamento nel Vecchio Continente, la Commissione europea non intende cedere alle tentazioni di andarci alla leggera sulle decisioni, come sta dimostrando anche l’affaire Iberia-Air Europa, questione i cui tempi stanno diventando ormai biblici. E non a caso alcune settimane fa proprio dall’Ue era arrivata una puntualizzazione ufficiale sui parametri che si stanno utilizzando, con la specifica: la rinuncia agli slot non è più da sola una misura sufficiente.

Il commento del Mef
Il Governo italiano sembra avere incassato il colpo, anche se le speranze erano tutt’altre, e in una nota il Mef ha tenuto a ribadire che l’Esecutivo prosegue sulla sua strada di sostegno a Ita Airways e al progetto di vendita a Lufthansa, augurandosi al contempo che alla fine la decisione possa arrivare prima della scadenza di giugno, così da garantire al vettore nazionale di avviare il nuovo corso già a partire dall’estate. Da parte sua, la commissaria europea per la concorrenza Margrete Vestager è stata chiara sui nodi da sciogliere: “Intendiamo valutare più nel dettaglio l'operazione e garantire che l'acquisizione di Ita non riduca la concorrenza nel settore del traffico a corto e a lungo raggio e non comporti un aumento dei prezzi”, si legge nella notifica.

Le conseguenze
Ita quindi per ora dovrà proseguire contando solo sulle proprie forze e il percorso non sarà certo semplice. Per l’immediato futuro la compagnia non potrà più fare affidamento su nuovi interventi finanziari da parte del Governo per evitare rischi di nuove indagini e i tentativi finora fatti per ottenere prestiti dagli istituti finanziari non sembrano avere sortito l’effetto sperato, a meno di prossimi colpi di scena.


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