Verso la tassa Ryanair
Colpo per le low cost

di Francesco Zucco
22/11/2012
09:27

E se alla fine avessero ragione le agenzie? Se veramente i voli a 1 euro (e tutta la mercanzia di marketing inventata dal cervello vulcanico di O'Leary) fossero una bolla destinata a svanire?

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La cosiddetta 'tassa Ryanair', contenuta nel decreto sviluppo, è solo uno dei tasselli che stanno riscrivendo la storia dei viaggi a basso costo. La decisione di obbligare la low cost irlandese ad assumere i dipendenti italiani (e di conseguenza a versare tasse e contributi) sulla base della legislazione tricolore va a colpire uno dei punti chiave del business model che ha permesso di mettere sul mercato voli al prezzo di un caffè.

I rapporti tra le agenzie di viaggi e le low cost, fin dall'inizio, non sono certo stati rosei, visti i presupposti dei collegamenti no frills (innanzitutto, niente intermediazione). Ed è naturale che la nuova imposta che va a colpire O'Leary & soci faccia almeno sorridere le agenzie, in un periodo in cui i dettaglianti hanno molto poco di cui rallegrarsi. A ben vedere, però, la 'tassa Ryanair' è uno degli ultimi passaggi che va a insidiare le basi stesse di una strategia commerciale fatta di risparmi e finanziamenti.

La forza delle low cost sono sempre stati gli scali minori e i finanziamenti riconosciuti da questi ultimi. Ma ormai entrambi iniziano a vacillare: da un lato sotto i colpi del piano aeroporti del ministro Corrado Passera, che vuole tagliare un po' di aerostazioni della Penisola; dall'altro a causa dei conti delle società di gestione, decisamente meno floridi rispetto a una decina d'anni fa.

Ryanair, ormai, ha abituato il paludato settore dei trasporti a gesti eclatanti. Non si esclude che Michael O'Leary abbia in mente qualche colpo per controbattere a giro di vite del Governo Monti. È probabile che, nei prossimi giorni, le notizie non manchino.


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