Più outbound che turismo interno: il business travel risente del momento difficile dell'industria nazionale, ma compensa con un traffico più sostenuto verso le destinazioni estere.
Ammonta a 18,3 miliardi di euro la spesa per i viaggi di lavoro nel 2012, con un incremento dell'1,1 per cento rispetto al 2011. È il bilancio dell'anno scorso secondo l'Osservatorio sul Business Travel, promosso dalla rivista Turismo d’Affari e condotto da Andrea Guizzardi, docente dell’Università di Bologna, e sponsorizzato, i questa edizione, da Air Berlin, Hrg e Hrs.com.
"È andata bene al segmento alberghiero internazionale - sottolinea Guizzardi -, mentre il trasporto aereo si è riconfermato tra i mezzi più utilizzati per le trasferte, con una crescita dell'1,4 per cento rispetto all'anno precedente, ed è negativo il dato riferito al trasporto su gomma a causa del caro carburante".
L'avanzata dell'Alta velocità ferroviaria ha, intanto, cambiato i modi di viaggiare di molti business traveller, ma la accesa competizione tra treno e aereo che aveva caratterizzato il 2012 sembra stabilizzarsi. "C'è una forte fidelizzazione sia per un settore che per l'altro - sostiene il docente -. Chi si è trovato bene con l'aereo continua a viaggiare con questo mezzo, chi ha apprezzato il treno Av rimane fedele alle ferrovie".
Ma uno dei protagonisti di punta, soprattutto in epoca di crisi economica, resta il pricing. Rivisto e corretto, adattato e flessibilizzato. "Il fenomeno dei prezzi ibridi è in aumento - rileva Federico Capello, direttore commerciale corporate Air Berlin -. Alcune compagnie hanno già adottato questo modello e molte altre stanno andando in questa direzione".
È la concorrenza che fa il mercato. "Una maggiore competitività - osserva Capello - alza le opportunità di scelta e risparmio per i travel manager".
